Non si ferma la crisi diplomatica tra Iran e Stati Uniti dopo l’attacco del 14 settembre alle due raffinerie petrolifere saudite. 

Gli Usa infatti, continuano a incolpare l’Iran e a mettere in dubbio la rivendicazione del gruppo Houthi, sostenendo che la raffinatezza con cui è stato preparato ed eseguito l’attacco non è riconducibile a quel tipo di gruppo militare.

La chiusura dello stretto di Hormuz

Questa nuova ondata di tensione tra i due stati, porta con sé conseguenze che vanno oltre la possibile deriva militare. 

La preoccupazione maggiore risiede nella possibile chiusura dello stretto di Hormuz. Lo stretto è uno dei più importanti snodi del commercio globale. Per farsi un’idea, basta considerare che da esso transita un quinto del petrolio che viene venduto in tutto il mondo. 


Al momento, la sua chiusura viene considerata come una possibilità molto remota. Non bisogna dimenticare però che è stato lo stesso presidente iraniano Hassan Rouhani, a minacciarne tempo addietro la chiusura durante i negoziati con gli Usa. 

Va però precisato che una mossa del genere rappresenterebbe un danno anche per l’Iran. Da quando sconta le sanzioni americane il paese non vive un periodo facile dal punto di vista economico.

Le ragioni della crisi

La crisi tra le due nazioni inizia nel maggio 2018. È in quel mese che gli Stati Uniti decidono di ritirarsi dall’accordo nucleare firmato nel 2015 e di reintrodurre le sanzioni contro l’Iran. 

A partire da quel momento si sono verificati diversi attacchi in alcuni impianti petroliferi in Arabia Saudita. A questi vanno sommati l’abbattimento di un drone americano, e il sequestro di una petroliera Britannica. Inoltre, intorno al 20 maggio Trump fu vicinissimo a dare il via a un intervento militare sull’Iran.


Gli Stati Uniti continuano a sostenere che gli attacchi subiti sono tutti riconducibili all’Iran. Secondo loro, gli attacchi avrebbero lo scopo di danneggiare la altre nazioni nel commercio del petrolio. 

Questo ultimo attentato, aveva però interrotto l’inizio di un dialogo distensivo che si era verificato nell’ultimo mese. 

Poco tempo fa’, Rouhani e Trump, si erano dichiarati disponibili a vedersi in un incontro a margine dell’assemblea generale delle Nazioni Unite, che si terrà a New York dal 23 al 27 settembre. 
L’incontro al momento non è stato disdetto da nessuna delle parti in causa. Anche se, tramite la consigliera di Trump Kellyanne Conway, la Casa Bianca ha fatto sapere che l’ultimo attentato rende il dialogo molto più incerto e difficoltoso.