Il centrocampista francese si sta progressivamente ritagliando un ruolo fondamentale nello scacchiere tattico di Fonseca.

Jordan Veretout e la Roma, un amore appena sbocciato che è destinato a durare nel tempo. L’ex centrocampista della Fiorentina, arrivato quest’anno nella Capitale dopo una lotta a suon di milioni con il Milan, si sta ritagliando uno spazio importantissimo nel modulo disegnato dal nuovo tecnico portoghese dei giallorossi. Dopo aver saltato l’avvio di stagione perdendosi le sfide con Genoa e Lazio, il transalpino ha messo insieme 198 minuti tra Sassuolo (titolare), Basaksehir (dalla panchina) e Bologna (titolare) risultando uno dei migliori in campo.

Veretout, moto perpetuo

Non chiamatelo regista, ma nemmeno mediano. Il moto perpetuo che genera Veretout in campo non è classificabile in nessun ruolo. Inutile attaccargli addosso un’etichetta prestabilita: l’ex Viola è una perfetta fusione di entrambe le fasi. Aggressivo ed arcigno in fase di non possesso palla, fantasioso e costruttore di gioco in proiezione offensiva. Un jolly di centrocampo che è riuscito, insieme all’ottimo Bryan Cristante, a dirottare Nicolò Zaniolo sulla fascia e Lorenzo Pellegrini in cabina di regia sulla trequarti.

Equilibratore perfetto e leader della linea mediana sul quale far affidamento per le ripartenze: a Bologna, è il francese a condurre il contropiede che porta all’assist di Pellegrini ed al goal, in pieno recupero, di Edin Dzeko. Tre punti pesantissimi griffati anche da Veretout che, in silenzio, sta conquistando un posto da titolare, l’approvazione dei compagni di squadra e l’amore dei tifosi romanisti.

La carica da leader

Jordan Veretout ha carattere da vendere. Gianluca Petrachi, nuovo direttore sportivo dei capitolini, ha scommesso sulla tempra del ragazzo. La sua leadership nell’anno zero (o della rinascita, ndr) dei giallorossi dovrà diventare un porto sicuro per l’incerta nave romanista. Proprio il francese, prima del fischio iniziale di Bologna-Roma, aveva sottolineato quanto fosse importante far risultato in Emilia-Romagna: “Loro sono forti ma dobbiamo fare una grande partita. Io sono al 120% e spero faremo la partita perfetta”.

Detto, fatto: la banda Fonseca gioca un’ottima partita al Dall’Ara. Dopo un primo tempo governato dall’equilibrio, e dal possesso palla della Roma, Kolarov disegna un calcio di punizione perfetto che sblocca il match all’alba del secondo tempo. Lo stesso terzino serbo, appena cinque minuti dopo, tocca un avversario in area di rigore inducendo Pairetto, arbitro di giornata, ad indicare il dischetto. Il VAR non entra, colpevolmente, in azione: Kolarov tocca prima il pallone. Sansone si presenta dagli undici metri e batte l’estremo difensore spagnolo.

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La zuccata di Edin Dzeko

I romanisti subiscono il colpo e potrebbero capitolare ma Pau Lopez chiude la saracinesca con un intervento da cineteca su Soriano. Quando sembra che la malasorte sia dalla parte della Roma, il direttore di gara non ravvisa il tocco di braccio di Denswil e butta fuori Mancini per doppio giallo, si accende Veretout: il francese sale in cattedra con un’azione travolgente. Parte dalla mediana asfaltando i suoi oppositori, arriva al limite dell’area di rigore ed apre per Pellegrini. Il resto è storia: cross al bacio per la zuccata solitaria dell’ariete bosniaco.

Fine match, Veretout esulta mentre Fonseca lo esalta

A fine match, il francese ha postato sui social diversi scatti della vittoria di Bologna ed un commento semplice ma coinvolgente: “Una vittoria di carattere, con il cuore. Un mattone pesante nella costruzione della nostra stagione. +3“. Anche Fonseca ha sottolineato, nella consueta conferenza stampa, l’importanza del suo numero ventuno: “Veretout? Ha fatto molto bene, ha chiuso in crescendo ed è stato protagonista in occasione del gol. È un giocatore molto importante per noi“.

Una vittoria di “carattere e cuore” che non si vedeva da un po’ di tempo nella Capitale: la nuova Roma di Fonseca è combattiva e tignosa, anche grazie al quel mattoncino transalpino chiamato Veretout. Il motore della vittoria romanista.

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