Impianto chimico avvolto dalle fiamme a Rouen, situazione che mette a rischio di contaminazione anche la Senna
Alle 3.00 di questa notte è scoppiato l’incendio che ha divorato l’impianto chimico di Rouen, in Francia. L’impianto apparteneva alla società di Lubrizol, produttore di additivi per lubrificanti, ed era catalogata in base alla Direttiva europea Seveso, cioè ad alto rischio.
Stando ai media locali si sono sprigionate fiamme altissime che hanno dato origine ad un enorme nuvola di fumo nero che ha circondato i capannoni. Le cause del rogo non sono ancora chiare. Fino alle 7.30 l’incendio era in aumento, è stato quindi necessario l’aiuto dei rinforzi nazionali.
Per la salvaguardia dei cittadini sono temporaneamente chiuse scuole, college, asili e università in tutta la città di Rouen, capoluogo della Normandia, e negli undici comuni vicini.
A quanto detto dal ministro dell’interno Christophe Castaner: ” la situazione è sotto controllo e non dovrebbe svilupparsi ulteriormente ma per risolverla completamente ci sarà bisogno di diversi giorni”
Al momento sul posto si trovano 130 vigili del fuoco che cercano di spegnere le fiamme con i mezzi più efficaci e avanzati, in mattinata è stato istituito un perimetro di sicurezza di 500 metri intorno all’area per i cittadini.
Il prefetto del dipartimento Senna Marittima, Pierre-André Durand, ha invitato i residenti a restare in casa: “C’è il rischio di inquinamento della Senna”. La prefettura di Seine-Maritime ha però fatto sapere: “Le analisi iniziali non hanno rilevato nessuna tossicità acuta”.
Il ministro Castaner ha poi tranquillizzato: “Non ci sono elementi che permettono di pensare che vi siano rischi legati al fumo. Non bisogna farsi prendere dal panico per questa situazione ma muoversi con grande prudenza”.
E’ il secondo incidente in pochi anni
Non è il primo incidente che avviene in questo impianto, nel 2013 un gas era fuoriuscito da una cisterna causando una crisi sanitaria nazionale. La nube di gas era arrivata addirittura alla manica per via dei forti venti, raggiungendo il sud dell’Inghilterra. Quella volta l’incidente era dovuto ad un errore umano.
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