Verdetti già sanciti e risultati ancora da stabilire nel tour asiatico del circuito ATP, in attesa del Master 1000 a Shanghai.
Dopo gli esiti dei Master 250 a Zhuhai e Chengdu, il mese di settembre si chiude con i Master 500 di Pechino e di Tokyo. Tra chi mira a racimolare punti importanti per le ATP Finals e chi cerca riscatto e continuità dopo sconfitte e infortuni, il divertimento in Asia è garantito.
Chengdu e Zhuhai
Si sono conclusi con dei trionfi forse inaspettati gli ATP 250 di Zhuhai e di Chengdu. Il primo ha visto trionfare Carreno-Busta, che in una partita decisasi al tie-break del terzo set ha battuto il kazako Bublik. Finale un po’ a sorpresa, visto che il primo aveva sconfitto sia Paire (testa di serie n.3) che il giovane Shapovalov (testa di serie n.8), mentre il secondo si era imposto ai quarti con Dimitrov. Alla fine ha avuto la meglio lo spagnolo che raggiunge così il suo quarto titolo ATP in carriera.
Andamento simile se ci spostiamo di 1.7000 km, a Zhuhai. Qui abbiamo assistito a uno scontro generazionale in finale, dove si sono affrontati il 31enne Adrian Mannarino e il 20enne Alex De Minaur. I due si sono dati battaglia per due set, ma dopo più di due ore di gioco intenso Mannarino si è dovuto arrendere all’australiano. Per il giovane si tratta del terzo titolo dell’anno dopo Atlanta e Sydney. Anche a Zhuhai, quindi, sorprese, con tutte le teste di serie – eccetto De Minaur – eliminate (tra questi Tsitsipas, costretto al ritiro contro Mannarino, Bautista, Kyrgios e Monfils).
Tokyo e Pechino
Nelle due capitali asiatiche il livello si alza ulteriormente. Non solo per la caratura dei tornei (entrambi Master 500) ma anche per i protagonisti in campo. E assoluto protagonista, nonché favoritissimo per la vittoria, in Giappone sarà Novak Djokovic. Il fuoriclasse serbo ritorna a calcare il rettangolo di gioco per la prima volta dopo il ritiro al quarto turno degli US Open contro Stan Wawrinka.
Sebbene sia lontano dai campi da quasi un mese, Nole (che in doppio con Krajinovic è già stato eliminato agli ottavi) resta una spanna sopra gli altri. L’agevole vittoria contro Popyrin stamattina ne dà prova e fa ben sperare sulle condizioni del n.1 al mondo, che cerca il suo primo titolo nella terra del Sol levante. Resta lui il favorito, ma attenzione a possibili outsider che possono ribaltare i pronostici. Già stamattina abbiamo assistito alle imprese dei padroni di casa, con Uchiyama (n.136 del ranking) che ha sconfitto Paire (n.23 del ranking) e Daniel (n.127 del ranking) che ha battuto Coric (n.14 del ranking).
Un torneo che invece ha vinto 6 volte in 7 anni (e infatti detiene il record di trofei alzati) è l’ATP di Pechino. Quest’anno non parteciperà, ma il talento in quest’edizione di certo non manca. Thiem e Zverev su tutti; dato rafforzato dal fatto che sono le prime due teste di serie del torneo. I due, a parte la vittoria della Laver Cup con il Team Europa, vengono da un periodo non proprio idilliaco: l’austriaco dopo il trionfo a Kitzbuhel ha collezionato una serie di pessimi risultati (tra cui l’eliminazione al primo turno a Flushing Meadows); il tedesco, invece, viene dal suo peggior anno dal 2016, con un solo trofeo in bacheca. Anche qui però attenzione a possibili sorprese come quella del n.213 del mondo, Zhang, che ieri ha avuto la meglio sul 34esimo nome in classifica ATP, Kyle Edmund.
E gli italiani del circuito ATP?
Berrettini, in piena corsa verso Londra, spreca l’occasione per superare il connazionale Fabio Fognini al 12esimo posto in classifica perdendo (forse) inaspettatamente contro Andy Murray. Il britannico (ormai n.503), come sappiamo, ha vissuto due anni tragici che l’hanno portato a pensare addirittura al ritiro. Il dolore all’anca negli ultimi mesi sembra essere meno fastidioso, e pian piano ha provato a giocare anche qualche torneo minore (compreso un Challenger a Maiorca).
La scorsa settimana a Zhuhai ha vinto il suo primo match ATP dopo 9 mesi di inattività e sconfitte, e stamattina è riuscito a trionfare 2-0, sfruttando errori e occasioni sprecate dall’italiano. 3-5 era infatti il punteggio nel primo set, con Berrettini che non batte il ferro finché caldo e perde al tie-break. Stessa sorte gli capita al secondo set. Ottimo risultato invece per lo scozzese che torna a vincere contro un top 15.
Non un gran periodo per Fognini che nell’ultimo mese e mezzo ha giocato solo due partite, perdendole entrambe. Si presenta a Pechino come testa di serie n.6 con l’obiettivo (anche in vista di importanti punti per la Race to London) di difendere la semifinale dello scorso anno, in cui venne poi sconfitto da Juan Martin Del Potro. Risultato importante per lui nella partita di oggi contro Kukushkin che gli permettere di mantenere la 12esima posizione nel ranking.
Era partito bene a Zhuhai Andreas Seppi battendo prima Kyrgios e poi Zhang, ma si era dovuto arrendere ai quarti contro Bautista. Troppo forte per il bolzanino che, subito il contraccolpo, non riesce a superare nemmeno le qualificazioni per giocare a Pechino perdendo contro Pospisil. Sarebbe stato il quarto italiano a partecipare al torneo, insieme Berrettini, Fognini e Cecchinato.
L’avventura del palermitano in terra cinese non è stata molto lunga: come successo a Zhuhai 6 giorni prima, perde al primo turno. Non una grande annata anche quella di Cecchinato che, a parte il trofeo vinto a Buenos Aires a febbraio, ha avuto una delle sue peggiori stagioni, con più sconfitte che vittorie nel registro. Stessa cosa si può dire di Fabbiano il quale, sia in Cina a Zhuhai che in Giappone a Tokyo non riesce a superare le qualificazioni.
Anche per lui stagione negativa, la peggiore degli ultimi cinque anni. Zero titoli e tante partite perse, con qualche raggio di luce come la vittoria su Thiem al primo turno degli US Open. Delusione, infine, anche per Lorenzo Sonego che a Tokyo perde contro il n.134 Chung.