Ieri sera il Presidente Conte ha rivelato i numeri della nota al def. Si parla di circa 29 miliardi. Gli unici interventi espansivi sono il blocco dell’Iva ed un mini taglio del cuneo fiscale per il 2020. Un boccone decisamente troppo magro per ingolosire gli italiani in vista dei prossimi appuntamenti elettorali
Avevamo annunciato che la manovra 2020 avrebbe contenuto molti sì. In realtà è arrivato uno striminzito ni. Il Premier Giuseppe Conte ha presentato ieri sera i numeri della nota di aggiornamento al def. Degli oltre 40 miliardi previsti per varare tutte le misure care a 5 Stelle e PD ne sono rimasti 29.
Gli interventi espansivi sono ridotti al lumicino. La prima assenza che salta all’occhio è quella relativa agli interventi sul salario minimo orario. Spariscono dai radar anche le risorse da destinare al grande piano di investimenti evocato a più riprese dal segretario dem Zingaretti.
Le uniche conferme arrivano dalla sterilizzazione delle clausole Iva e dal taglio del cuneo fiscale. In realtà le risorse destinate a quest’ultima misura per il 2020 sono circa la metà di quello che ci si attendeva. C’è quindi il rischio che il provvedimento porti ben poca acqua al mulino del governo.
Iva, cuneo fiscale e Green New Deal: i pochi sì della nota def
“La manovra di finanza pubblica per il 2020 comprende la completa disattivazione dell’aumento dell’Iva”. Questo è quanto si legge in una bozza della nota. Il governo ha quindi trovato i 23,1 miliardi necessari al provvedimento dopo giorni di discussioni e di dichiarazioni contrastanti.
Sempre secondo la bozza “l’impegno aggiuntivo necessario alla riduzione del cuneo fiscale nel 2020 è valutato in 0,15 punti percentuali di PIL”. Questo significa che il prossimo anno saranno 2,7 i miliardi a disposizione per il taglio del cuneo. In realtà tutti gli osservatori si aspettavano uno stanziamento di 5 miliardi.
In base alla nota ci saranno 23 ddl collegati alla manovra. Uno sarà quello relativo al cosiddetto Green New Deal e alla Transizione Ecologica. Un altro disegno di legge dovrebbe intervenire sui ticket e sulle esenzioni per le prestazioni specialistiche e di diagnostica. Questo provvedimento era stato espressamente richiesto da Roberto Speranza.
Flessibilità, lotta all’evasione e spending review: le coperture della manovra 2020
In questo siamo stati buoni profeti. La metà delle coperture necessarie per approvare la manovra si baserà sul deficit. Si apprende dalla nota che il governo chiederà a Bruxelles una flessibilità pari a 0,8 punti di PIL. Tradotto in cifre significa avere a disposizione 14,4 miliardi di euro.
L’altra fonte di entrate messa nero su bianco dall’esecutivo è quella relativa alla lotta all’evasione. Il governo punta a ricavare 7,2 miliardi di euro. Per raggiungere l’obiettivo è in arrivo un “superbonus” per chi ricorre ai pagamenti elettronici. Si tratta di restituire 475 euro a chi ha speso più di 2.500 euro con carte e bancomat nei settori più a rischio evasione.
Per le altre coperture il governo punta a fare cassa attraverso la famosa spending review. Le stime parlano di un introito di 1,8 miliardi. Le risorse residue arriveranno dalla riduzione delle spese fiscali e da nuove imposte ambientali. Con questi interventi l’esecutivo conta di recuperare circa 1,7 miliardi.
I numeri parlano chiaro. In via XX settembre hanno preferito restare molto abbottonati.
L’attacco di Salvini non si è fatto attendere. Il leader della Lega ha accusato il Conte bis di aver tradito le promesse fatte agli italiani ad agosto.
D’altra parte il clima è teso anche nella stessa maggioranza. C’è da scommettere che i litigi non si placheranno fino all’approvazione definitiva della manovra.
Intanto si avvicina il fatidico banco di prova delle regionali in Umbria ed Emilia Romagna. A giudicare dai numeri contenuti nella nota, PD e 5 Stelle arrivano all’appuntamento elettorale senza grandi trofei da esibire.