Martin Scorsese, durante un’intervista, paragona i film del MCU ad un parco a tema. Opinabile o meno? Ecco la nostra risposta al regista di Taxi Driver sul cine Marvel
“Onestamente penso che la cosa che più si avvicini a loro (i cinecomics), così per come sono creati, con gli attori che fanno il meglio che possono in queste circostanze, sono i parchi a tema”
Martin Scorsese
Potremmo semplicemente esclamare “noi siamo Iron man” e per chi è stato sulla terra negli ultimi 10 anni, non solo si aprirebbe un mondo, ma a denti stretti e labbra serrate annuirebbe che gli occhi fissi e lucidi in segno di rispetto e di condivisione. Tornerebbe indietro con la mente a quell’attimo in cui tutto è finito e si è chiuso un cerchio, consapevole che tutto ciò che sarà, non potrà mai eguagliare quell’uscita di scena.
I personaggi Marvel, DC o semplicemente di fantasia, sono meravigliosi mondi creati tanto tempo fa da grandi visionari, come Stan Lee o Walt Disney.
Mondi certamente non indispensabili per forza, ma sicuramente necessari, per tutti quelli in cerca di un rifugio sicuro in cui potersi incontrare con personaggi che, fuori da quelle pagine, non potranno mai esistere.
Portarli sullo schermo è sempre stato un grosso azzardo, perché ognuno di noi porta dentro di se, una precisa immagine dell’eroe e del cattivo, del bene e del male, del giusto e dello sbagliato.
Traslarlo in pellicola, non sempre è stato un successo, proprio perché avvicinare tutti i diversi tipi di pensiero, su una grossa icona, come un Batman o un Hulk, non è poi così facile, anzi ci vogliono mani sapienti che devono plasmare non solo un’idea, un concetto e un modo di essere, ma soprattutto devono tener viva quell’idea che l’appassionato pretende di andare a vedere e contemporaneamente deve colpire e magari sconvolgere un nuovo utente, che dei fumetti non fa la sua lettura prediletta.
Spesso ci si è riusciti, altre meno.
Ma è indubbio l’esponenziale aumento del potere comunicativo, che i personaggi mascherati abbiamo acquisito, da quando si è deciso di raccontarli tramite un lungometraggio.
Rendono vivi e reali quelle gesta solo immaginate prima di allora.
A livello recitativo, gli attori ereditano un ostacolo in più, perché richiedono un ulteriore immaginazione, in quanto non solo spesso hanno poche frasi da copione per imporsi, ma soprattutto perché ciò che gli avvolge, per la gran parte del tempo, è un accecante tessuto verde, il greenscreen. Questo riduce il coinvolgimento fisico dell’interprete e necessita un apertura mentale non comune a tutti gli attori. Vedi su tutti Christian Bale, Jack Nicholson o Robert Downey jr.
Ognuno di noi ha comunque, la sacrosanta libertà di giudicare soggettivamente le cose, se poi a dare un opinione è sua maestà Scorsese, allora ben venga.
Ma se dopo tutto questo scrivere non lo avessimo convinto, potremmo ampliare ancora un pò e concludere, che finché usciremo dal cinema con qualcosina in più dentro di noi e che, dopo aver assorbito anche l’ultima energia sprigionata dallo schermo, fossimo ancora desiderosi di parlare di ciò che si è visto, allora caro Martin, varrà sempre la pena sedersi su quella poltrona e combattere con loro, ancora un volta.
Ma questo sono sicuro che, in fondo, tu già lo sappia.
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