Gli antichi Egizi sono certamente una delle civiltà più affascinanti del mondo antico.

Conosciuti soprattutto per ciò che ci hanno lasciato, le Piramidi e la Sfinge, hanno però avuto altri punti di forza in campo tecnologico e scientifico. Oltre a questo, va dato loro il merito di aver compiuto passi importanti nel campo della medicina, con un occhio di riguardo alla branca dell’igiene orale. Per un certo periodo di tempo sono dunque stati un popolo all’avanguardia e grazie alla loro superiorità hanno avuto grande influenza e potere non solo nelle zone limitrofe al Nilo, ma anche nel Vicino Oriente.

Un settore decisivo: la metallurgia

Qualsiasi civiltà che abbia dominato in una specifica parte del mondo, fondava la sua primazia principalmente nel campo della guerra. Ovviamente la forza bellica risiede non solonell’organizzazione tattica e nelle scelte strategiche, ma anche nella qualità delle armi.

È soprattutto nel periodo del Nuovo Regno (dal 1550 al 1000 a.C. circa) che le armi egizie, come lance e pugnali, diventano degli strumenti di morte davvero temibili. Ciò è dovuto ad un grande miglioramento delle tecniche di trasformazione dei metalli in prodotti finiti, ovvero del settore metallurgico.

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Armi egiziane in mostra al Louvre (Photo Credit: pinterest.it)

La lavorazione e la produzione di bronzo, la prima lega metallica per eccellenza in quel periodo, era agevolata dalle relazioni che il regno del Faraone aveva con la Siria e con Canaan. Queste zone geografiche erano diventati territori politicamente dipendenti dall’Egitto, grazie alle vittorie di Thutmose III. Si trattava di aree ricche di minerali che in tal modo fornivano alle fucine egiziane buone quantità di materiale metallico, utili alla produzione od alla riparazione di diversi tipi di armi.

Si trattava dunque di un momento davvero favorevole per i fabbri del regno, dato che in passato l’Egitto aveva sempre avuto difficoltà a reperire rame, stagno ed altri metalli. Tuttavia non era solo una questione legata ad una più facile reperibilità delle materie prime, ma anche alle innovazioni che il popolo del Nilo portò nel modo di far legare assieme le diverse componenti metalliche. 

Gli egizi e l’età del bronzo

Il bronzo è stato tanto importante nella storia dell’umanità da aver dato il proprio nome ad un’età ben specifica: il periodo che va all’incirca dal 3200 a.c. al 800 a.c.

Come mai proprio il bronzo? 

Innanzitutto per la sua “facile” lavorazione. Il principale problema con i metalli è il complesso processo cui devono essere sottoposti per essere trattati senza diventare estremamente fragili e perdendo dunque di qualsivoglia utilità. Servono temperature molto alte ma soprattutto molto controllabili per maneggiare sostanze come il ferro e con lui le due leghe più comuni, ghisa ed acciaio. Una temperatura instabile potrebbe infatti risultare in materiali di scadente qualità perché ricchi di impurità.

Il bronzo, dal canto suo, ha una temperatura di fusione decisamente inferiore, più semplice da ottenere con le tecniche dell’epoca: “malgrado” questa bassa temperatura di fusione, presenta una buona resistenza alle sollecitazioni esterne, ed una buona capacità di mantenere il filo della lama per lunghi periodi di tempo. Forse proprio per questi motivi  troviamo un lungo periodo di sovrapposizione in cui le armi di bronzo erano preferite a quelle di ferro. 

Gli egizi, prima dell’avvento del bronzo, erano specializzati nell’aggiunta di arsenico alle loro creazioni in rame. Anche piccole dosi, tra il 2 e il 4%, bastavano nel rendere le armi più resistenti al tempo e all’usura. Questa era la normale prassi fino al periodo precedente il Nuovo Regno, la quale dovette poi convivere con la classica formazione del bronzo attraverso l’unione di rame e stagno.Una tale tecnica garantiva una buona durezza della lega, così come l’arsenico, ma rendeva il metallo più morbido in fase di lavorazione.

A seconda della quantità di stagno contenuta nella lega di bronzo, la temperatura di fusione spazia tra gli 880 ed i 1030 °C. All’aumentare della percentuale di stagno aumenta, inoltre, la durezza della lega. Una delle grosse peculiarità del bronzo è quella di essere estremamente duttile e malleabile, una qualità molto preziosa in fase di lavorazione.

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Lavorazione moderna dei metalli per fusione (Photo Credit: tortorici.gov.it)

I contro, invece, all’utilizzo di questa lega sono molteplici.

Innanzitutto bisogna avere una buona conoscenza della tecnica di lavorazione e delle proporzioni di minerali da aggiungere in fase di fusione; bisogna inoltre prestare attenzione acciocché la lega sia quanto più uniforme possibile. Infine, cosa non da poco quando si tratta di armi che devono essere usate in battaglia, il bronzo non può essere rifilato: una volta che un’arma perde il filo, deve essere rifusa per produrne una nuova.

Queste pecche del bronzo, assolutamente trascurabili durante il periodo di egemonia egizia, furono concause del processo di sostituzione del bronzo (divenuto caro a causa della scarsa reperibilità dei materiali) con in ferro e l’acciaio.

Piccola nota: ad oggi il bronzo di nuova produzione è ottenuto non da una lega di rame e stagno, bensì da una lega di rame e silicio, scoperta verso l’inizio del ventesimo secolo.

Innovazioni ed acquisizioni

Gli antichi egizi furono una civiltà dotata di un grande spirito innovativo. Ciò però non toglie l’abilità con la quale essi adottarono tecnologie aliene dalla loro cultura. Una di queste fu certamente il carro da guerra, elemento che poi acquisirà un grande rilievo ed importanza nelle armate egiziane.

Probabilmente gli egizi lo mutuarono dalla contaminazione con gli hyksos, un popolo semita che tra XVI e XVIII secolo a.C. riuscì addirittura ad imporre una propria dinastia al potere. In seguito alla cacciata degli invasori grazie all’azione di Ahmose, principe tebano poi diventato faraone, gli egizi inserirono il cocchio all’interno del loro esercito.

Egizi in guerra contro gli Hyksos guidati da Ahmose.
Il Faraone Ahmose guida gli egizi contro gli Hyksos (Photo Credit: bowers.org)

Il principale vantaggio del carro era la grande velocità e mobilità che poteva garantire in unoscontro armato. Era difatti uno strumento terribile che poteva falciare diversi fanti nemici ad ogni carica, potendo inoltre contare su una rapida fuga da eventuali problemi.

Nel periodo di massima espansione dell’Egitto, durante il Nuovo Regno, il carro da guerra egiziano era così equipaggiato: vi era un auriga, che controllava i cavalli, ed un arciere, il quale doveva colpire i nemici. Inoltre lo stesso cocchio era dotato di lame che fuoriuscivano dal centro di entrambe le ruote, ovvero nel punto di incastro con l’asse. Si trattava dunque del perfetto connubio tra la mobilità tipica della  cavalleria e la forza d’arresto della fanteria.

Ma come costuivano i propri carri gli egizi?

Innanzi tutto bisogna fare una profonda distinzione: vi erano infatti almeno due tipi di carri che potevano essere avvistati durante una battaglia. 

Il primo, dall’utilità principalmente tattica, veniva usato dal faraone ed i suoi luogotenenti per spostarsi, fornendo agli stessi la possibilità di verificare in tempo reale l’andamento delle schermaglie e di comandare più da vicino le compagini egizie. Si trattava di carri più pesanti e meno mobili di quelli da guerra, e la struttura non era molto dissimile da quella di un carro “da trasporto”. 

Al contrario, il carro da guerra era un vero capolavoro di ingegneria. Si trattava di una piccola piattaforma mobile, molto leggera e flessibile, realizzata di legno, capace malgrado l’esile profilo di resistere a grandi velocità di punta ed a violente sterzate. 

Le ruote, inizialmente piene, erano innestate su di un asse rigido passante lungo la parte inferiore della piattaforma del carro, ed agganciato ad esso tramite vari perni. questo forniva una ulteriore flessibilità al sistema, e favoriva la manutenibilità del mezzo. solo successivamente le ruote piene vennero sostituite con la controparte a raggi. Questa innovazione, che fece anche la fortuna degli Ittiti, aveva il grande vantaggio di alleggerire ulteriormente la struttura senza andare ad intaccare in alcun modo la resistenza della stessa.

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Il carro da guerra di Tutankhamon (Photo Credits: militaer-wissen.de)

Le sponde del carro, parte in genere innestata in un secondo momento sul corpo portante della struttura, avevano la duplice funzione di fornire stabilità ad auriga e guerriero e di difenderli da attacchi che mirassero alle leve inferiori dei passeggeri, sicuramente le più vulnerabili.

Infine, l’intero carro veniva collegato ai cavalli tramite una lunga barra di legno che da un lato veniva imperniata al fondo della piattaforma mobile del carro, formando una T con l’asse portante delle ruote, mentre dall’altro poggiava sul garrese dei due cavalli da traino. Chiaramente la lunga asta che connetteva i cavalli (in poche parole la forza motrice) ed il carro stesso era estremamente sollecitata: allo scopo di lasciarle scaricare queste tensioni, era garantito un piccolo margine di movimento. Questa accortezza risultava, inoltre, in una maggiore mobilità e controllabilità del carro.

Gli egizi, il carro e l’iconografia

La grande duttilità del carro lo rese in poco tempo l’elemento cardine attorno al quale costruire le strategie belliche che di volta in volta venivano messe in atto. Tale ruolo di primo piano corrispose di pari passo all’affidamento dei cocchi ai membri delle più alte famiglie nobili del regno. Solo persone istruite all’arte della guerra potevano dunque diventare carristi, tra cui lo stesso Faraone, che combatteva in prima linea a fianco dei suoi uomini. Vi sono infatti diverse raffigurazioni che mostrano i vari sovrani delle terre d’Egitto nell’azione di combattere.

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Ramses II nella battaglia di Kadesh (Photo Credit: wikipedia.org)

Una delle più iconiche rappresentazioni è sicuramente quella rinvenuta al tempio di Abu Simbel, in cui Ramses II guida un carro con l’arco pronto a colpire. Il momento è quello della battaglia di Kadesh, combattuta sulle rive del fiume Oronte, in Siria, nel 1275. Tale battaglia svoltasi contro gli Ittiti ebbe il più grande dispiegamento di carri di tutta la storia dell’antico Egitto, con ben 2000 cocchi da guerra.

La sofferta vittoria fu uno dei più famosi momenti di gloria di questo antico popolo. Lontano nel tempo, ma quanto mai vicino per spirito di intraprendenza.

In collaborazione con Francesco Avanzi per La Scienza Risponde

Bibliografia

  • Materials Science and Engineering, G. F. Carter, Gilles F. Carter and Donald E. Paul editors, 1991.
  • Il carro e le armi del Museo egizio di Firenze, pag. 6, M. Cristina Guidotti, 2002.
  • http://www.treccani.it/enciclopedia/scienza-egizia-tecnologia_%28Storia-della-Scienza%29/
  • https://www.ancient.eu/Egyptian_Warfare/
  • https://www.britannica.com/event/Battle-of-Kadesh