Il Romics di ottobre 2019 è giunto alla fine anche quest’anno. Ecco le foto, i cosplay e le opinioni su questa edizione autunnale.
Questa edizione del Romics XXVI di ottobre 2019 è giunta al termine, ecco qui le foto, i cosplay e qualche opinione estemporanea.
Cosplay al Romics di ottobre 2019
Come ogni fiera del fumetto che si rispetti, anche il Romics di ottobre 2019 ci ha regalato dei cosplay divertenti e curati da parte degli avventori. Tra manga e anime amati e trend del momento, ecco qualche foto iconica dove anche i nostri amici a quattro zampe hanno avuto una piccola parte.
Il Romics di ottobre 2019 ha ospitato anche delle conferenze interessanti
Alcune conferenze sono state molto interessanti, tanto che sono stata contenta di aver presenziato, proprio perché mi hanno fatto conoscere delle realtà di cui non ero così tanto a conoscenza.
Valerio Evangelisti e la sua letteratura osteggiata dal cinema e dalla televisione in Italia
La conferenza ha portato luce sull’opera di Valerio Evangelisti, scrittore italiano di successo che si è dedicato a fantasy e fantascienza. Evangelisti, che proviene da una formazione da storico, ha riempito le sue opere – per quanto appartenenti in gran numero al fantasy e alla fantascienza – di riferimenti curati al passato. Durante l’incontro poi si è discusso di come:
- Evangelisti non abbia ancora avuto una trasposizione cinematografica o televisiva, nonostante si presti ai gusti del tempo attuale;
- Evangelisti sia stato il primo italiano a creare opere fantascientifiche e fantasy in un’ottica di serialità.
Secondo i presenti però le possibilità che una produzione italiana si occupi di questo è remota, nel momento in cui nel bel paese manca ancora il coraggio di muoversi su terreni di questo genere. Ancora di più poi se si parla di Evangelisti, autore che non ha mai edulcorato gli atti violenti promossi dall’Inquisizione nei suoi romanzi. Ci sono certe tematiche ancora tabù nel nostro paese, oltre a produzioni che decidono di percorrere percorsi sicuri (dalla commedia all’italiana al dramma famigliare) e non dedicarsi alla sperimentazione. Nonostante questo si parla per ora di una trasposizione in Spagna della saga dedicata all’inquisitore Nicholas Eymerich, e in Italia a novembre uscirà una nuova edizione delle opere di Evangelisti.
Hunter: disconnettiti o muori di David Fivoli: fantascienza italiana contemporanea al Romics di ottobre 2019
Durante questa edizione del Romics di ottobre 2019 è stato presentato in anteprima un’opera insolita da vedere in Italia. Sono contena che la Rizzoli abbia voluto pubblicare questo romanzo, “Hunter: disconnettiti o muori”, perché significa promuovere la sperimentazione. Molti criticarono Tarantino per le sue affermazioni sul cinema italiano, nel momento in cui affermava che
da un’intervista di la Repubblica a Quentin Tarantino nel 2007
Ecco io penso che la stessa cosa valga per il settore editoriale. Ancora non ho letto il libro, ma conto di farlo, e veder osare una casa editrice come la Rizzoli mi fa piacere. Ancora di più quando si parla di autori giovani italiani. E poco importa se dietro la sua pubblicazione si celi l’aver visto il successo di produzione come Ready Player One o Sword Art Online, questo è comunque un evento da tener da conto.
I videogiochi e gli eSport hanno conquistato il Romics XXVI: esperienze intergenerazionali
Questo Romics 2019, osservando il suo pubblico, ci ha mostrato davvero come certe esperienze siano intergenerazionali e si manifestino in modi diversi, ma non opposti. Se dovessi nominare l’area del Romics che ha avuto più varietà di pubblico sicuramente proporrei il Pala Games. Il padiglione 6, dedicato ai videogiochi e organizzato dalla direzione artistica del Romics in collaborazione con Mkers ed Euronics, ha avuto il suo indiscutibile successo.
Il pubblico era vario, e soprattutto – per chi come me ha un interesse socio-antropologico nei confronti del mondo “nerd” – è stato interessante vedere gli influencer e gli youtuber portare così tanto pubblico.
Durante i giorni di fiera poi la maggior parte degli avventori hanno occupato l’area del Pala Games, piuttosto che quella dedicata a giochi da tavolo o ai fumetti. Come al solito poi certi stand erano più spopolati del solito proprio perché il pubblico che il Romics porta all’interno della fiera non è quello adatto a certi prodotti o temi. Insomma, gli stand che vendono tavole originali o bozzetti originali saranno sempre più spopolati rispetto al palco dove si esibiscono dei giocatori professionisti di eSport. E non è solo una questione di disponibilità economica, è proprio perché il target colpito di più dal Romics come evento non è interessato a certi tipi di oggetti e prodotti.
Qua giunge una domanda a cui solo gli organizzatori del Romics potrebbero rispondermi. Erano queste le intenzioni del Romics di ottobre 2019?
- Nel caso in cui la risposta fosse sì, significherebbe che il Romics di ottobre 2019 ha utilizzato la giusta strategia per ottenere quello che più di tutto voleva. Un pubblico interessato di più a videogiochi e eSport in un’ottica di target differenziati intergenerazionali.
- Nel caso in cui la risposta fosse no invece, significherebbe che il Romics di ottobre 2019 non è di nuovo riuscito a fare una giusta promozione e ad attrarre tutti i target che dovrebbero essere interessati a una fiera di questo tipo in cui il cinema, l’animazione e il fumetto sono temi centrali.
Su come il Romics come fiera attraesse target diversi rispetto a certe proposte ottime e di qualità presenti all’interno della manifestazione, ne avevamo parlato anche per il Romics di aprile 2019. Personalmente credo che questo sia un problema, perché è un indizio su come la promozione non sia riuscita a coinvolgere ulteriori utenti, portando a meno interesse e vendita di biglietti.
Mostre interessanti, ma con poco interesse mostrato da parte dei cosplayer e degli avventori coscienti o occasionali del Romics
Quest’anno, come potete vedere dalle foto presenti in questa sezione dell’articolo, ci sono state delle mostre interessanti. L’unico problema? Queste erano spopolate. Quasi nessuno voleva vedere mostre sul fumetto in una fiera dedicata principalmente al fumetto e all’animazione. Direi che sia un segnale serio di come evidentemente le cose non siano andate come programmato. Anche perché non vedo come l’organizzazione di un evento così grande e importante come il Romics possa non aver attratto pubblico destinato a questo genere di eventi, a meno che il problema non risieda proprio nel tipo di promozione. Insomma, che lo si voglia o meno, il pubblico attratto dal festival del fumetto e dell’animazione di Roma ogni anno non coincide con tutto ciò che è proposto. Ed è un vero peccato, perché in realtà anche in questa ventiseiesima edizione si trattava di mostre di originali e di inediti.
Furio Scarpelli e il suo lato da disegnatore in Furio Scarpelli: pennello, china e macchina da scrivere al Romics di ottobre 2019
Tito Faraci e i disegnatori che hanno accompagnato le sue parole
Federico Bertolucci e il dietro le quinte di un fumetto: Brindille
Autoproduzione al Romics di ottobre 2019
Pro del Romics di ottobre 2019
Questa edizione ha degli evidenti punti a favore:
- Romics di ottobre 2019 e le sue mostre. Le mostre sono sempre curate e veramente interessanti. Mostrano delle tavole originali di fumetti che permettono agli interessati o ai curiosi di ammirare il dietro le quinte della creazione di un fumetto o di un prodotto di animazione.
- Romics, la collaborazione con Mkers ed Euronics. Per gli appassionati di videogiochi e di eSport c’è stata un’offerta non indifferente. Buona parte del pubblico poi era indirizzata proprio nel Pala Games del Romics di ottobre 2019.
- La musica al Romics di ottobre 2019. Aver invitato l’Orchestra Italiana del Cinema e la Banda Musicale della Polizia è stata una novità che non mi sarei mai aspettata dal Romics. Spero che si creino sempre più iniziative legate al mondo della musica, parte integrante sia di opere di animazione che videoludiche.
- Conferenze interessanti e live performance divertenti.
Contro del Romics di ottobre 2019
Purtroppo si ripetono delle problematiche che avevamo riscontrato anche nell’edizione di aprile 2019. Le problematiche più grandi riguardano la struttura che ospita la fiera: la Nuova Fiera di Roma. Già l’anno scorso avevo avuto modo di raccogliere e sentire le lamentele di coloro che avevano avuto il proprio stand bagnato dall’acqua piovana infiltratasi dal soffitto. E anche quest’anno la problematica si è ripetuta soprattutto il primo giorno quando un forte acquazzone ha colpito la zona. Questo genere di accidenti fa venire seri dubbi sulle condizioni di stabilità dell’intera struttura fieristica. A parte le condizioni strutturali del luogo che ospita da ormai molti anni il Romics, come altre manifestazioni e festival, ci si ritrova di fronte a una serie di contro.
- Per quanto le conferenze del Romics di ottobre 2019 fossero interessanti, molte volte si aveva veramente poco tempo per approfondire il tema. Questo poco tempo rendeva magari l’argomento e certe riflessioni interessanti, ma non permetteva un approfondimento tematico che andasse in qualche modo a concludere un ciclo di conversazione. Nonostante questo però le conferenze e gli incontri erano comunque di meno di quelle dell’edizione di aprile 2019. Diminuire gli incontri, rendendoli però sbrigativi, non credo sia la scelta migliore.
- Il Romics di ottobre 2019 mancava di un tema specifico intorno al quale far girare tutto l’evento. Questo punto non è per forza una cosa negativa, perché in effetti quasi nessuna fiera del fumetto e dell’animazione è così specificatamente legata a un tema conduttore, ma credo che un tema da seguire fosse il punto di forza della scorsa edizione di aprile. Il Romics di aprile, seguendo l’argomento del fantasy e della fantascienza, aveva reso possibile delle riflessioni e degli accostamenti vivaci grazie a continui rimandi. La scorsa edizione poi era veramente alta in qualità quando si parla della presenza di persone provenienti dal contesto accademico e universitario. Questa edizione invece, almeno personalmente, è stata meno vivace e meno densa. La sensazione che ho avuto è stata quella di dispersività.
- Romics di ottobre 2019 e la presenza di iniziative che sembravano dover pagare il fio delle alleanze politiche con certe realtà comunali e statali. Fin dalla conferenza stampa di presentazione avevo avuto la sensazione che ci fossero delle forzature all’interno della fiera, e che certi eventi dedicati ai problemi alimentari e all’empowerment dei paesi in via di sviluppo fossero stati inseriti senza avere la cura di inserirli quantomeno bene. La situazione non è per forza negativa o da demonizzare, anzi, è bene che di certi argomenti si parli il più possibile senza forme di proselitismo o beneficenza da “uomo bianco”. Il problema però sorge nel momento in cui queste iniziative si piazzano bene in pompa magna per rimanere solo degli orpelli per fare bella figura. Per di più tutto questo si ricollegava a dei discorsi fatti in conferenza stampa che volevano far vedere come il Romics di ottobre 2019 si fosse allineato alle istanze provenienti dai giovani del mondo riguardo alla sensibilità nei confronti di certi temi sociali. Io, sinceramente, di tutto questo non ho visto niente.
- Il Romics di ottobre 2019 e il tema decantato dell’ambientalismo. Io ho adorato Brindille, e devo dire che vedere il fumetto di Federico Bertolucci promuovere la ventiseiesima edizione mi ha fatto molto piacere. In conferenza stampa poi le mie aspettative si sono ancora di più alimentate perché pensavo che ci fosse un tema centrale a far da filo conduttore all’evento. Il direttore artistico del Romics aveva infatti annunciato come la locandina fosse stata scelta per mostrare appoggio alle istanze ambientaliste dei giovani. Magari non è una cosa grave, e sicuramente non è la cosa più grave, ma il non trovare minimamente queste tematiche all’interno della fiera è stato deludente. Tutto questo perché si aveva l’impressione di aver voluto dire certe cose e mostrare una certa sensibilità, provando a cavalcare l’onda del momento, senza poi avere la cura di portare avanti in modo adeguato queste affermazioni. Qua infatti si torna al discorso che facevo prima su come questa dispersività di contenuti e temi facesse un effetto decisamente strano.
La ragione commerciale prevale sulla qualità e la cura in questa edizione del Romics XXVI 2019
Ogni evento a scopo di lucro ha ovviamente una ragione commerciale molto forte. E non voglio parlare in modo negativo della ragione commerciale, perché è necessario che ci sia ed è normale anche che esista all’interno di questi eventi. Il problema però è che, se pago 10 euro giornalieri di biglietto, voglio che all’interno ci siano delle cose che mi spingano a spendere tutti gli anni quella cifra.
Il Romics credo che abbia fallito in questo. Rispetto e apprezzo la volontà di creare conferenze e presentazioni, ma vederle spopolate mi fa pensare che ci sia proprio un problema nel tipo di promozione. Nel momento in cui neanche gli stand interni dei commercianti saranno attraenti per il pubblico si rischierà davvero la fine della fiera, anche perché ha dei potenti avversari sul territorio romano e italiano in generale. Ad aprile avevo visto i germogli di una rinascita, ma questa edizione mi ha ha lasciata interdetta.
La brutta sensazione che si ha è quella, mi si perdoni il termine, di aver ragionato secondo “ciò che passa il convento”. Ed era una sensazione che pensavo non avrei più visto dopo l’edizione di aprile che aveva spiccato per i passi avanti rispetto al passato.
di Eleonora D’Agostino
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