Il Golf giovanile praticato a livello agonistico, comporta lunghi allenamenti che, di fatto, fanno un po’ trascurare la scuola. Ma si può riuscire a coniugare il tutto?
Se una partita di golf di 18 buche dura mediamente 4 o 5 ore, è impensabile che un allenamento specifico possa prevedere sedute molto più brevi. Certo l’allenamento prevederà anche sedute in palestra che di fatto non vanno oltre le 2 ore, ma quando dovremo riprodurre la gara (che è uno dei fattori più allenanti specialmente nel golf giovanile) ci troveremo facilmente ad occupare un pomeriggio completo.
É solo questione di tempo?
Dobbiamo così provare ad organizzare al meglio il tempo dei nostri ragazzi affinché la scuola non ne subisca troppo le conseguenze. E poi anche un po’ di socialità per non farli sembrare alieni ai compagni di classe. Certo, è molto meglio stancarsi a tirare palline su palline che rimanere in chat a parlare del nulla, ma questo non vuol dire estraniarsi completamente dalla realtà dei giovani di oggi.
Il vero atleta difficilmente rimpiangerà la rinuncia alla discoteca del sabato sera fino alle 4 di mattina! E quanto ci vuole al nostro corpo per recuperare una stancata simile?
Si tratta di scelte; a volte all’apparenza dolorose; ma senza sacrifici non si è mai ottenuto niente, specialmente nello sport, qualsiasi sport. L’attività golfistica giovanile è molto impegnativa e non si limita al campo pratica, alle lezioni, alla palestra e al preatletismo; coinvolge tutta la famiglia con la partecipazione alle gare ed il supporto logistico quotidiano. Senza parlare di quello economico (ndr).
Gli obiettivi del golf giovanile
É comunque evidente come l’obiettivo che ci si pone sia basilare per quantificare l’impegno che ne consegue. Così possiamo esemplificare che fino ai 13/14 anni si possa impegnare 3 pomeriggi a settimana oltre al sabato e/o la domenica. In questo lasso temporale c’è ancora la possibilità di avere altri interessi e non aver ancora deciso del proprio futuro.
Per chi pensa poi di circoscrivere l’attività di golf giovanile a qualche gara regionale (o poco oltre), questo impegno può rimanere tale anche fino ai 16/17 anni o addirittura fino a 24: il nuovo “Manuale Azzurro” dovrebbe prevedere di regolamentare l’attività giovanile fino a 24 anni.
Basta poi non arrabbiarsi per score inadeguati o classifiche poco edificanti: ci si sta avvicinando ad una attività che, anche con qualche successo, si può certamente definire dopolavoristica.
Per i più bravini -per intenderci quelli che si allenano quasi tutti i giorni- le Federazioni, CONI e MIUR (Ministero della Istruzione Università e Ricerca) hanno istituito un protocollo di agevolazioni denominato Decreto Studenti-Atleti per atleti di alto livello. Accordo che prevede – o dovrebbe prevedere – una sinergia fra gli Istituti Scolastici di secondo grado, le società sportive/circoli e gli Atleti. Nel Golf si rivolge a quei giovani che siano classificati fra i primi 36 del ranking nazionale per ogni categoria d’età.
La scuola che dice?
Con le scuole più comprensive oltre alle giustificazioni per le molte assenze, è possibile anche concordare che il programma didattico preveda minimi snellimenti e/o contenuti multimediali da rendere disponibili all’atleta non in sede.
La variabile importante è: “Scuole più comprensive”. Per esperienza diretta ho verificato che c’è comunque ancora una certa “resistenza” da parte dei professori verso chi pratica Sport. Ancora vedono l’agonismo – ed il golf giovanile maggiormente – più come una distrazione/perdita di tempo che come forte agente di maturazione del giovane, sia fisica ma anche e soprattutto psichica ed organizzativa.
É comprovato che gli atleti agonisti hanno un rendimento superiore anche quando, a carriera sportiva finita, vengono inseriti in ambienti lavorativi. Molte aziende sono alla continua ricerca di figure professionali con un background importante in ambito sportivo cui affidare delicati compiti manageriali.
Innumerevoli sono gli esempi e gli studi che confermano come chi ha provato i molti sacrifici per raggiungere un risultato sportivo, facilmente superi le più stressanti prove lavorative. Purtroppo, invece, larga parte dei docenti (specie negli istituti statali più blasonati) ancora non condivide e, anzi, quasi osteggia ogni pratica sportiva agonistica.
In posti ben noti si offrono borse di studio per chi fa sport… meditiamo!
Per altri articoli seguite la pagina Il Golf di Metropolitan Magazine