Il Sud Africa sale per la terza volta sul tetto del Mondo. Inglesi battuti in finale e tra le strade di Cape Town inizia la festa. Riviviamo il cammino degli Springboks in questo mondiale di rugby
La nazionale del Sud Africa vince la sua terza coppa del Mondo battendo in finale della coppa del Mondo di rugby l’Inghilterra in un match formidabile. La nazionale guidata dal CT Erasmus riesce nell’impresa di coronare un 2019 assolutamente incredibile.
Andiamo a rivivere tutte le emozioni che gli Springboks ci hanno regalato nell’ultimo periodo, dall’arrivo di Rassie Erasmus fino ad alzare la William Webb Ellis Cup.
Il Sud Africa e l’arrivo di Erasmus
Dopo le deludenti prestazioni dei sudafricani negli ultimi anni, la federazione ha deciso di puntare su un nuovo percorso targato Rassie Erasmus. Era il marzo 2018 quando è stato annunciato l’arrivo del nuovo tecnico per rimpiazzare Allister Coeetze.
Il nuovo corso comincia subito in salita per il nuovo commissario tecnico che subisce al suo esordio sulla panchina degli Springboks una sconfitta, seppur di misura contro il Galles, partita terminata sul 20-22. Sudafricani che poi si rifanno nei test match di Giugno 2018 con 2 vittorie su tre match disputati proprio contro l’Inghilterra.
Sempre nel 2018 il Sud Africa seppur con risultati altalenanti riesce ad aggiudicarsi il secondo posto nel Championship, il trofeo dell’emisfero sud al quale partecipano anche All Blacks, Argentina e Australia.
Durante i Test di fine anno gli Springboks continuano a non convincere a pieno tifosi ed bookmakers. Due sconfitte ancora contro Galles e Inghilterra a favore di due vittorie, seppur sofferte contro Scozia e Francia.
L’inizio del nuovo anno
Con l’inizio del 2019 in casa Springboks comincia a tirare aria nuova ed arriva una strepitosa ed inaspettata vittoria nel Championship, un titolo che mancava da ben 10 anni. Un filotto di tre vittorie contro Argentina, Nuova Zelanda e Australia riportano ai sudafricani questo prestigioso trofeo. Il primo da quando il torneo è stato allargato a 4 squadre con l’aggiunta dei Pumas argentini.
Una festa che però viene stroncata dalla notizia della scomparsa di Chester Williams, giocatore della nazionale sudafricana che ha vinto lo storico mondiale nel 1995 e sulla quale cominciano a veleggiare notizie che prendono di mira la stessa federazione per la scomparsa prematura di molti giocatori che in quegli anni indossavano la maglia verde oro, sollevando dubbi poco piacevoli (leggi qui).
La coppa del Mondo
Il Sud Africa arriva in Giappone, seppur con la vittoria nel 4 nazioni, non con i pronostici della squadra favorita alla vittoria finale ma comunque tra una delle possibili outsider che avrebbero dovuto incalzare All Blacks, Irlanda e Inghilterra.
All’arrivo nella terra del Sol Levante gli Springboks sono consapevoli di dover scalare una montagna per raggiungere gli obbiettivi prefissati ma Kolisi e compagni sono pronti, organizzati e determinati per questa sfida.
Il Sud Africa è inserito nel gruppo B insieme alla nostra Italia, il Canada, la Namibia e i campioni in carica della Nuova Zelanda.
Proprio contro gli All Blacks comincia il cammino dei Springboks che ha il sapore di una finale anticipata e di una continua lotta tra due squadre che ogni anno si contendono il Championship. Una gara che già all’esordio può decidere chi comanderà il gruppone B.
Dopo una battaglia di 80 minuti ad avere la meglio sono i neozelandesi che s’impongono con il risultato di 23-13. La delusione però e sul volto di tutti i giocatori che hanno come la consapevolezza di aver messo a rischio il cammino mondiale.
Nella seconda giornata arriva la Namibia, stavolta per i sudafricani è una passeggiata, segnano 9 mete e rimandano a casa i namibiani con un sonoro 57-3.
Nella terza giornata davanti a loro arriva l’Italia. Gli azzurri in questo mondiale hanno già conquistato 2 vittorie contro Canada e Namibia. Chi vince rimane in Giappone, chi perde dovrà fare le valige e prendere l’aereo per tornare a casa. Nonostante la storia è sempre stata a loro favore il commissario Erasmus non si fida degli azzurri e schiera il miglior XV possibile.
Gli azzurri nonostante rimasti senza cambi in prima linea solo dopo 15 minuti reggono per tutto il primo tempo. Nella ripresa il Sud Africa alza il ritmo e l’Italia, rimasta in 14 per l’espulsione di Lovotti, non riesce a fermare le incursioni sudafricane. Risultato sonoro che rimanda gli italiani a casa e gli Springboks volano ai Play Off. Risultato finale di
Nell’ultimo match, quello contro il Canada, per il Sud Africa è una passerella vittoriosa, match concluso sul 66-7, nell’attesa di scoprire chi incontrerà ai quarti.
I Play Off
Nei quarti di finale il Sud Africa incontra il Giappone, proprio i padroni di casa che stanno sorprendendo il Mondo e che, proprio 4 anni avevano dato una sonora lezione agli Springboks. Questa volta però è diverso e il Sud Africa non si fa fregare, 26 a 3 e vola in semifinale.
In Semifinale c’è il Galles, non certo una passeggiata. I Dragoni hanno dimostrato di essere una squadra preparata e unita. Arrivano da un girone impegnativo ma nel quale hanno conquistato il primo posto, non solo, negli ultimi incontri tra le due nazionali i gallesi hanno sempre avuto quasi la meglio.
Dopo una partita tirata e combattuta a fare la differenza sono stati i calci e Pollard non ne sbaglia neanche uno, match che finisce 16 a 19 in favore degli africani che finalmente possono festeggiare il ritorno in finale nel torneo iridato 12 anni dopo l’ultima volta.
Finale Rugby: highlights
Arriva il giorno della finale, quella tra Sud Africa e Inghilterra, la partita che ha assegnato per la nona volta la William Webb Ellis Cup. Partita giocata all’International Stadium di Yokohama. Potremmo stare qui a raccontarvela noi ma è ancora vivo il ricordo di come è andata e vi lasciamo agli highlights della partita e ai festeggiamenti finali.
Una squadra costruita per vincere
In poco più di un anno il commissario tecnico sudafricano è riuscito a mettere in piedi una nazionale che è arrivata a conquistare questo trofeo prestigioso. Tenacia, forza fisica, tattica e una mentalità con grande cuore hanno permesso a questi ragazzi di arrivare cosi in alto.
Da capitan Kolisi che ha guidato questa squadra come un vero comandante, per passare da De Klerk a Kolbe fino ai piedi di Pollard che è risultato il miglior realizzatore del torneo con 69 punti. Solo per citare alcuni dei protagonisti di quest’avventura mondiale.
Una squadra che ha segnato 262 punti in tutto il torno subendone solo 38 e che ha realizzato ben 33 mete. Numeri che hanno portata alla conquista di questa finale di rugby.
Un gruppo costruito per vincere e cosi è stato e, finalmente ieri in Giappone, il capitano Siya Kolisi ha potuto alzare la coppa al cielo.
Abbiamo ricordato un percorso vincente di una squadra che nel giro di poco più di un anno è arrivata alla comquista della finale di rugby nella coppa del Mondo, continua a seguire il rugby sulle pagine di Metropolitan Magazine Italia.