Michael Bloomberg potrebbe scendere in campo per sfidare Donald Trump alle prossime presidenziali.
La decisione di Bloomberg in merito è attesa in questi giorni, e sembra che uno dei motivi principali che lo abbiano spinto a riflettere su questa scelta, sia il fatto che al momento non si vedono all’orizzonte candidati democratici in grado di poter sconfiggere l’attuale inquilino della Casa Bianca. In ogni caso caso, sembra che Bloomberg abbia comunque preparato i documenti per presentarsi come candidato in Alabama, dove le iscrizioni scadono oggi. Le elezioni in Alabama si terranno il prossimo 3 marzo.
Per il momento, il primo endorsement arriva direttamente dal suo collaboratore Howard Wolfson, che in una nota rilasciata alla stampa, ha spiegato come la leadership e la dedizione al lavoro di Bloomberg, possano essere un fattore essenziale per sconfiggere Trump.
Bloomberg: i motivi della sua candidatura
Sembra che tra i motivi che avrebbero portato Bloomberg a riflettere sulla sua candidatura, ci siano il successo conseguito di democratici in Virginia, grazie anche al suo contributo riguardante la promessa di operare un maggiore controllo sulle armi, e il crollo di popolarità di cui è stato vittima Joe Biden.
Bloomberg è stato sindaco di New York dal 2001 fino al 2013. Inizialmente era stato eletto sindaco con il Partito Repubblicano, salvo poi distaccarsi per approdare nel 2018 al Partito democratico. Wall Street sembra al momento mostrare verso la sua figura un gradimento maggiore di quello espresso su Elizabeth Warren e Bernie Sanders. C’è però da dire che su temi quali ambiente, armi ed immigrazione, l’ex sindaco di New York ha sempre espresso posizioni progressiste.
Non sono tardate ad arrivare le repliche in merito alla sua candidatura da parte della Warren e di Sanders. In un twitter, la Warren, dopo aver dato il benvenuto alla candidatura di Bloomberg, ha infatti consigliati a Bloomberg di prendere in considerazione il suo “calcolatore per miliardi”, una misura che promesso di attuare in caso fosse eletta e che prevede una tassa del 2 per cento per chi possiede un patrimonio netto tra i 50 milioni e 1 miliardo.
Più tagliente la risposta di Sanders, che ha dichiarato che: