James Dean il meteorico divo morto 65 anni fa, resusciterà attraverso il digitale.
Nietzche in “Così parlò Zarathustra” sostiene che Dio è morto. Questa tesi è la radicale metafora della totale decadenza morale che ha investito il mondo occidentale nell’ultimo squarcio di millennio. Nel paradosso che sta investendo, invece, il nostro duemila scabroso, nonostante la sopradetta decadenza stia assumendo caratteri viscerali, Dio c’è o per lo più c’è chi prova ad emularne le specifiche peculiarità mistiche. E’ resuscitato, vuoi che almeno Dio non possa esimersi dalla sacra livella, ed ha assunto le sembianze dei grandi magnati dell’industria cinematografica americana che attraverso la loro neoassunzione celestiale si beffano dell’accabadora e si prendono la divina briga di restituire vita ai defunti. L’esempio primo è quello dell’attore Paul Walker, che tragicamente scomparso a causa di un incidente in auto, è stato digitalmente riprodotto per ricoprire il ruolo ormai assodato di Brian O’Conner. Ma non basta e allora la Magic City Film ha deciso di resuscitare niente pò pò di meno che James Dean.
James Dean anch’esso, scabrosa coincidenza, morto a seguito di un incidente d’auto, all’età di ventiquattro anni con soli tre film da protagonista, “La valle dell’Eden”(1955), “Gioventù bruciata”(1955),“Il gigante”(1956) è diventato un icona del cinema mondiale, senza togliere le due candidature all’oscar su tre. Il ricordo e i tributi che onorificano il giovane ribelle sono il tratto indistinguibile di quanto questa particolare scomparsa abbia segnato indelebilmente il cinema. E qui si consuma lo scempio orchestrato dai registi Anton Ernst e Taty Golykh che hanno bellamente pensato di ricreare attraverso la tecnologia CGI le fattezze dell’attore e regalare un’ultima interpretazione dalla parte dell’estinta meteora. Il film si intitolerà “Finding Jack” e tratterà della guerra in Vietnam e dove James avrà un ruolo da non protagonista. La tecnica si chiama “full body” e consiste appunto nel ricreare il corpo di Dean attraverso immagini e foto di repertorio mentre un attore, vivo, ne presterà la voce.
L’esperimento che sta avviandosi è una tale vergogna incommentabile e immotavata. Attraverso la baldanzosità di questa idee assurde si definisce la morte del cinema, della recitazione. Come con James Dean oggi, domani si potrebbe con Marlon Brando, Jack Lemmon, Elizabeth Taylor e allora al bando attori, attrici, nessuno può competere con tali figure è assodato, ma è totalmente immorale sfruttarne l’immagine e il valore che hanno creato nel corso della loro carriera attraverso film indimenticabili ed è sbagliato inserirli senza l’approvazione di nessuna volontà in progetti che non sono minimamente degni di accostarsi a nomi di tale portata. La speranza è la redenzione, altrimenti il baratro.