Netflix ci regala “Klaus”, con molta probabilità, il miglior film di Natale del 2019.
No ragazzi, non credo di esagerare nel sottotitolo nello scrivere che “Klaus: I Segreti del Natale” sia uno dei miglior film natalizi di questo 2019 e dobbiamo ringraziare Netflix.
Da dove ha origine il mito di Babbo Natale? A quanto pare da Jesper Johannsen, postino, o meglio, figlio del comandante dell’Accademia Regia dei Postini e quindi obbligato dal padre a fare questo tedioso mestiere. Jesper è un ragazzo viziato, pigro e senza prospettive per il suo futuro se non quello di vivere negli agi più totali, così il genitore ormai sfinito decide di spedire il figlio lontano, nel posto meno ospitale del mondo: la fredda Smeerensburg. La cittadina, posta all’estremo nord, non solo è sepolta nelle neve e nella miseria, ma da secoli, anzi millenni addirittura, vive nel caos più totale a causa di un’eterna lotta tra il clan dei Krum e quello dei Ellingboe. Qui il ragazzo, dopo mesi di disperazione, incontrerà Klaus, un taciturno boscaiolo con la casa piena di giocattoli. Insieme daranno avvio alla leggenda…
“Klaus” (titolo originale dell’opera) non è il tipico Chistmas Movie con un Babbo Natale pancione, vestito di rosso e con gli elfi indaffarati nel laboratorio intorno a lui, però ci sono comunque i regali, le renne e la felicità dei bambini…e anche quella degli adulti. Se proprio dobbiamo inserire “Klaus” in una categoria di film, va messo tra quelli ricchi di sentimenti nostalgici e senza età, di emozioni che fanno sorridere e piangere nello stesso tempo. E’ una storia fatta di amicizia e di amore nelle forme più pure, e soprattutto è un insegnamento di vita: “Un vero atto di buona volontà, ne ispira sempre un altro“.
Alla regia, per la prima volta, troviamo lo spagnolo Sergio Pablos, che dopo essere stato co-creatore della serie “Cattivissimo Me” e aver lavorato come animatore a film d’animazione dal peso di “Il gobbo di Notre Dame“, “Hercules” e “Tarzan” per Walt Disney, ha voluto fondare una propria casa di produzione, The SPA Studios, con lo scopo di ritornare ai lungometraggi tradizionali. Infatti “Klaus“, sotto questo punto di vista, è un progetto davvero coraggioso e ambizioso (soprattutto ad alto budget) che deve la vita proprio a Netflix che ha creduto in esso (investendo in qualcosa che in molti davano già per perdente), perché di computer grafica ce n’è pochissima, per dare nuovamente spazio ai disegni a mano con le scene animate una per una. Anzi è stata creata anche una speciale texturing per dare al film un look artigianale e unico, in modo da catapultare lo spettatore nell’epoca d’oro dell’animazione.
Infatti, personalmente lo reputo all’altezza degli attuali film Disney, nonostante l’essenza di CGI, il grande lavoro tecnico, la ricchezza dei dettagli e i colori vibranti, anche quando quelli scuri la fanno da padrone, lo fa competere sullo stesso piano del suo rivale numero uno: “Frozen 2“.
Il film è uscito sulla piattaforma Netflix il 15 novembre in contemporanea in tutto il mondo, dopo un veloce passaggio sui grandi schermi dei cinema per dare la possibilità alla pellicola di entrare nella lista dei papabili agli Oscar. Anche perché nel cast delle voci originali abbiamo nomi altisonanti come: J. K. Simmons per Klaus, Jason Schwartzman per Jesper, Rashida Jones come Alva, la mitica Joan Cusack nei panni di Mrs. Krum e il comico Will Sasso in quelli di Mister Ellingboe.
Ma non di meno è quello italiano: il grande Francesco Pannofino dà vita a Klaus, che nonostante le poche battute, riesce a dare imponenza al silenzioso boscaiolo; Alva è nientepopodimeno che la nazionale Ambra Angiolini; Mogens, il barcaiolo, è Neri Marcorè; Mrs. Krum e Mister Ellingboe sono Carla Signoris e Renato Cecchetto, che non hanno bisogno di presentazioni; infine abbiamo Jesper che è una grande rivalsa per Marco Mengoni dopo il pessimo Simba. Sì, signore e signori, non ci crederete mai, ma il caro Marco finalmente ha saputo doppiare, dando al giovane postino il giusto spessore tra il ragazzetto viziato e l’uomo che ha iniziato a regalare felicità ai bimbi. Per me, Mengoni in questo film ha vinto, certo per farsi perdonare il disastro compiuto ne “Il Re Leone” la strada è lunga, ma almeno ha intrapreso quella giusta.
Infine nota di merito alla colonna sonora, per nulla banale, per nulla classica e sempre inerente alle situazioni assurde o seriose che vivono i protagonisti.
Quindi per concludere (sperando di non esagerare, o meglio, non farlo ancora di più visto che si può notare il mio entusiasmo) posso affermare che “Klaus: I Segreti del Natale” è un film d’animazione tutto nuovo, nonostante i rimandi ad un’epoca passata, che entra di diritto nella lista delle classiche pellicole natalizie da vedere accanto all’Albero di Natale illuminato con al fianco i genitori, i figli, gli amici, gli amori, mentre si sorseggia una bella cioccolata calda, tutti accoccolati sotto le coperte in pile.
Buon Natale in anticipo, ora sento il bisogno di addobbare casa.
Maria Francesca Focarelli Barone (BatMary)