Il tarantismo è un fenomeno ancora di difficile lettura, che si divide tra scettici e credenti e che si incanala in vari contesti ancora fonte di studio per antropologi.

Molti “tarantati” attraverso il simbolismo della musica e della danza si sottopongono all’esorcismo della taranta, il cui morso immergeva il diretto interessato in una disperata agitazione all’apparenza senza via d’uscita. Il morso della taranta può esser interpretato in senso realistico, come il reale morso di un aracnide ( i ragni coinvolti in questo fenomeno di solito sono due: la malmignatta che causa il latrodectismo e la tarantola, ma su questo punto ci ritorneremo più avanti), oppure i comportamenti che si vanno a collegare al tarantismo, richiamano scelte culturali e simboli mistico-rituali. Quindi qui ci troviamo e ci dividiamo a dare una spiegazione culturale-storica, religiosa o semplicemente concreta del fenomeno. Ma non finisce qui. Andando a ritroso nel tempo, troviamo nella letteratura incentrata sul tarantismo l’interpretazione medica, secondo la quale era una malattia, da ricondurre, o a una sindrome tossica dell’aracnide o a una alterazione psichica dell’aracnidismo. Ciò andava quindi a scansare tutte le teorie citate poco fa di natura storico-religiosa a favore di quest’ultima. Infine è da considerare il rapporto che ha avuto il tarantismo con l’ordine economico e sociale. Non è mancato tra gli storici il collegamento del tarantismo a mero fenomeno legato al mondo contadino, eleggendo l’Italia meridionale e in particolare la Puglia come terra elettiva d’origine. Ciò portava al confronto il fenomeno, con i limiti dello sviluppo che, senza dilungarmi, per ragioni storiche avevano caratterizzato la vita economica del Sud. Adesso cercherò di analizzare nel breve i vari contesti in cui si inserisce questo fenomeno che tanto affascina Noi della nuova generazione ma che non comprendiamo appieno. Nella visione e prospettiva dell’analisi culturale il tarantismo non si manifesta come disordine psichico ma rientra nel simbolismo culturalmente condizionato (ci si riferisce a modalità ricorrenti, come la cadenza stagionale e calendariale o alla schiacciante prevalenza della partecipazione femminile al tarantismo, presenti in certe regioni, nel nostro caso la Puglia e che sono collegabili a qualche diagnostica occidentale). La crisi nevrotica quindi si legava a un reale episodio di latrodectismo mentre ciò che andava a costituire il tarantismo era l’autonomia del suo simbolo che dava vita a conflitti psichici latenti (traumi, frustrazioni). Quindi taranta, morso, veleno hanno un significato simbolico che danno orizzonte a pulsioni inconsce e irrefrenabili. Di solito si usa una orchestrina che inizia una esplorazione musicale verso il tarantato per definire la musica giusta, ovvero, la musica che lo fa, in dialetto salentino, scazzicare, e al tempo stesso si offrono al tarantato sotto forma di nastri colorati, i colori giusti, cioè quelli della taranta che lo ha morso. Il tarantato entrerà in un vortice di repulsione e attrazione che rientrano nel quadro cerimoniale definito nella disciplina dell’esorcismo. Dal punto di vista economico si vede invece come incide, nella vita della società. Infatti se da una parte figurava al passivo nel bilancio della famiglia dei tarantati che facevano offerte rivolte ai suonatori e alla Chiesa di S. Paolo a Galatina (influenza cattolica), dove annualmente si compiono riti esorcistici, dall’altra riguardava unicamente il mondo contadino con tutte le sue pratiche (mietitura, spigolatura, vendemmia compiuti durante l’estate) dove i contadini erano più soggetti all’attacco di aracnidi velenosi. Ma proprio queste due particolarità disarticolarono il tarantismo dal suo carattere culturale, portando inesorabilmente alla decadenza tutti quei rituali che tanto lo avevano identificato. Ma la storia del tarantismo non si conclude così e nella prossima parte riverserò la mia attenzione più al lato storico, dalle sue origini medievali ai suoi aspetti etnologici (comparazione tra diverse culture) e folkloristici.

 

Giacomo Tridenti.