Sedici anni, sfrontatezza e tanto coraggio. Ecco perché il Time ha ragione su Greta Thunberg, eletta come “Persona dell’Anno”.
Il Time ha nominato Greta Thunberg la Persona dell’Anno. Sedici anni, enorme coraggio e quel tocco di sfrontatezza che serve ad una leader, ecco perché il Time ha ragione ha premiare la giovane ragazzina svedese.
Greta Thunberg è nata a Stoccolma il 3 gennaio 2003, figlia di una cantante d’opera, Malena Ernman, e di un attore, Svante Thunberg. Greta sui social si definisce “un’attivista per il clima e l’ambiente di sedici anni con l’Asperger“, con questi mezzi riesce a trasmettere i suoi messaggi ad oltre tre milioni di seguaci. La giovane ragazza cominciò la sua protesta di fronte al Parlamento svedese con la richiesta di manovre più efficaci contro i cambiamenti climatici.
Da allora Greta è considerata una paladina per la lotta contro i cambiamenti climatici. Sono dovuti a lei gli scioperi del venerdì per le manifestazioni sul clima, che iniziarono ad agosto dell’anno scorso a Stoccolma. Da qui ebbero inizio i famosi Friday for Future, eventi che hanno creato un vero e proprio movimento mondiale formato da giovani che protestano ed esigono azioni immediate da parte di tutte le classi politiche per la lotta contro il cambiamento climatico.
Il coraggio di una sedicenne
La sua influenza l’ha portata dinanzi ai più importanti leader mondiali in diverse occasioni. Ad esempio la conferenza delle Nazioni Unite Cop24 di Katowice nel 2018 o al World Economic Forum di Davos, anche al Parlamento europeo quest’anno. Fino allo scorso settembre quando la giovane ragazza svedese è intervenuta al summit sul clima di New York, celeberrime ormai le sue parole di accusa nei confronti delle figure politiche ed economiche più importanti del mondo:
“Persone che soffrono e muoiono. Interi ecosistemi al collasso. Siamo all’inizio di un’estinzione di massa. E voi parlate solo di soldi e delle favole dell’eterna crescita economica. Come osate? Ci state deludendo. Ma i giovani stanno iniziando a capire il vostro tradimento. Gli occhi di tutte le generazioni future sono su di voi. Se scegliete di deluderci, non vi perdoneremo mai”.
Per raggiungere il luogo dell’evento Greta è stata per due settimane in viaggio sulla barca da regata di Pierre Casiraghi, la Malizia II, partita del Regno Unito. Anche per il viaggio di ritorno ha usato trasporti “green”, questa è stata la volta del catamarano Vagabonde, attraccato a Lisbona appena in tempo per la Cop25. È solito, per la famiglia Thunberg, evitare di usare l’aereo per spostarsi, così da evitare inutili inquinamenti.
Grazie alla giovane Greta tutto il mondo ha velocemente cominciato ad aderire al movimento del Friday for Future. Ogni paese ha infatti cominciato ad organizzare manifestazioni pacifiche per i cambiamenti climatici. Il 15 marzo scorso, in occasione del primo Global Strike for Future, si sono susseguiti ben tre scioperi globali. Milioni di ragazzi in tutto il mondo hanno riempito le piazze urlando il loro motto “There is no planet B” ovvero “Non c’è un pianeta B“.
Anche in Italia Greta ha smosso la coscienza pubblica, soprattutto dei giovani, incitando la popolazione a scendere e riempire le piazze. In totale sono 150 le città italiana che hanno aderito al movimento con oltre un milione di ragazzi che vi partecipavano.
I sospetti e le teorie del complotto
Come ogni leader che si rispetti anche a Greta Thunberg, nonostante abbia solamente sedici anni, non mancano i detrattori. Non si possono più contare tutte le teorie che la vorrebbero un fantoccio programmato dai genitori per pubblicità, da poteri forti, alcuni dicono sia un alieno o, la più recente teoria, la vorrebbe una viaggiatrice del tempo tornata per metterci in guardia.
Greta, con il suo stile comunicativo diretto, a tratti brutale, è l’unica che abbia fatto qualcosa di concreto per salvare il pianeta. Nessun politico o figura di spicco, ma una ragazzina svedese di sedici anni che ha fatto tacere mezzo mondo con le sue accuse scientificamente fondate. Non bisogna però pensare che ora siamo salvi, secondo le ricerche sul clima ci troviamo al punto di non ritorno e, sebbene Greta abbia fatto di tutto per metterci in moto, ora sta ad ognuno di noi salvare il pianeta.
È per questo che il Time ha pienamente ragione a premiare la ragazza svedese. Ha risvegliato le coscienze su un argomento vitale, quando ogni altra persona che avrebbe dovuto farlo non solo non l’ha fatto, ma si impegnava nel nascondere la verità.
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