È tra le uscite emergenti di questo dicembre, QUOMO: il disco d’esordio del giovane cantautore che ci mostra il suo “Mondo della mancanza”.

È dalle crepe che entra la luce, così come da una rottura si genera energia: è questo il movimento ondulatorio che culla tutto il primo disco di QUOMO, in un esperimento musicale che oscilla tra musica leggera e rock progressive. In sette brani, QUOMO segna il percorso di ascesa emotiva che parte da momenti di caos a consapevolezze adulte di scoperte e autocoscienza.

Un viaggio interiore che sintetizza l’evoluzione di una crisi, fino al suo compimento (e quindi al suo superamento). Quomo la definisce “caotico magma del rumore”, ma per risolvere una crisi bisogna viverla, fino in fondo.

La crisi è sempre anticamera di un cambiamento, è il dolore prima del parto. Il rumore va quindi sublimato in musica, le distorsioni vanno affrontate ed educate, “uscirà una musica”, certo, ma bisogna prima attraversare il caotico magma freddo del rumore.

Spiega così il cantautore il primo brano, Rumore Mentale, che ci avvicina al buio di un inizio carico di tensione, anche musicale, che si scioglierà nelle canzoni successive in una malinconica sublimazione di sensi fino ad arrivare alla Pace (e per questo ultimo brano dell’album).

In una rete di rimandi letterari, l’album di Quomo ci avvicina, di brano in brano, alla luna: a una luce di fondo che ci guida in un viaggio sentimentale ai limiti delle nostre paure.

Un album di formazione, un esperimento originale che si interseca a intenti costruttivi e liberatori: niente banali canzoni d’amore, nessun genere adattato. Quomo sceglie per ogni brano una sfumatura tonale che meglio rispecchi i sottotoni emotivi, perché è proprio vero che – anche in musica – non si può andare contro il proprio stato d’animo.

“Il mondo della mancanza” si affaccia a un mercato musicale veloce, con un passo adagio; motiva persino la scelta consequenziale dei brani, ne cura i tempi e i modi. Più di un esperimento musicale, Quomo ci suggerisce un prodotto artistico a 360 gradi: una lettura psicologica e letteraria di una musica completa e matura.

La vulnerabilità dei 24 anni in un fascino anni ’70: Mauro Cuomo, in arte Quomo, ci conduce a esplorare le nostre interiorità con uno sguardo più consapevole, sapendo che dopo ogni buio comunque “torna l’alba, che era già sorta: la natura danza, e noi sentiamo di farne parte. Nuovi Icaro in cerca di spazio, nonostante conosciamo già la storia”.

Rossella Papa