Piccole donne, il romanzo di Louisa May Alcott che vede come protagoniste le quattro sorelle March, è in arrivo nella sale cinematografiche giovedì 9 gennaio. In occasione dei 150 anni dalla pubblicazione dell’opera, un nuovo riadattamento del famoso libro.
Piccole donne : cast, regia e date di uscita in Italia e Usa
Piccole donne, è forse una delle opere più trasposte fra le pellicole cinematografiche: quest’anno, in occasione dei 150 anni del libro, è stato proposto un nuovo riadattamento che pone alla sua regia la firma di Greta Gerwig. Un cast spettacolare, che lascia presagire un novello splendore alle sorelle March. Piccole donne, è già uscito negli Stati Uniti il 25 dicembre 2019. Per l’Italia, l’uscita della pellicola è programmata per il 9 dicembre 2020. https://metropolitanmagazine.it/piccole-donne-hammamet/ Il cast sarà composto da:
- Emma Watson: sarà la maggiore delle sorelle March, Meg;
- Saoirse Ronan: interpreterà Jo, la sorella ribelle e rivoluzionaria e, probabilmente, la più amata dai lettori;
- Eliza Scanlen: impersonificherà Beth, la sorella dal destino più crudele;
- Florence Pugh: sarà la sorella minore Amy;
- Meryl Streep : interpreterà la rigida e burbera zia March;
- Laura Dern: sarà Marmee, la madre delle Piccole donne March;
- Timothèe Chalamet: Laurie, il vicino di casa delle giovani sorelle.
Le ultime trasposizioni televisive e cinematografiche risalgono, rispettivamente al 2017 e il 1994: la prima si tratta di una miniserie realizzata dalla BBC con Angela Lansbury nel ruolo della burbera zia March; la seconda trasposizione, ricorda il film con Winona Ryder nel ruolo di Jo March, Kirsten Dunst e Susan Sarandon.
Piccole donne: trama e differenze tra libro e pellicola
La trama di Piccole donne, è più che nota: il libro racconta la storia delle quattro sorelle March nel periodo della Guerra di Secessione americana. Pagina dopo pagina, l’autrice ci racconta come, ognuna di loro, subisca il cambiamento dovuto al passaggio dall’adolescenza all’età adulta. Essendo una storia iconica ed uno dei libri più amati della letteratura americana, nel corso del tempo ha subito diverse rivisitazioni.
Il contributo della regista Greta Gerwig, dona però alla nuova pellicola freschezza e originalità pur conservando l’interezza della Alcott, nonostante le palesi differenze fra film e opera che, nonostante tutto, non stravolgono la trama, ma paradossalmente, l’arricchiscono. Quali sono le differenze fondamentali della nuova rivisitazione di Piccole donne?
L’utilizzo della meta-narrazione
La storia originale di Piccole donne, racconta la vita di Jo, Meg, Amy e Beth che crescono fra sogni, aspirazioni e stenti dovuti alla Guerra di Secessione Americana. La regista rimane fedele al corpus della storia, ma ne modifica la struttura introducendo, la meta-narrazione. Il primo aspetto meta-narrativo lo troviamo nel personaggio di Jo March. All’inizio del film della Gerwig, Jo è una scrittrice che si arrangia pubblicando racconti di media qualità, nonostante il suo innato talento. Nel corso del film, la più ribelle delle sorelle, subisce una crescita personale maturando come persona e artista, apprendendo come costruire una storia in modo minuzioso e attento. La regista mostra Jo nell’atto di creazione del proprio romanzo, con le mani sporche di inchiostro e i fogli della sua opera sparpagliati in mansarda.
“Sono così stanca di sentir dire che l’amore è l’unica cosa per cui è fatta una donna, sono così stanca di questo.“
Alla fine, lo spirito rivoluzionario e femminista di Jo March darà alla luce quelli che saranno i primi capitoli di Piccole donne, cioè la storia che gli spettatori stanno guardando in quel momento. Nonostante la Alcott non abbia mai celato l’aspetto autobiografico che la portò alla creazione del libro, questo aspetto meta-narrativo è completamente assente nel romanzo originale.
Jo, è la stessa Alcott, pur quest’ultima non essendosi mai sposata, a differenza della protagonista del libro. Attraverso questo escamotage, la regista accosta direttamente le due vicende, avvicinando il personaggio letterario alla sua creatrice.
Differenze temporali
Il libro originale inizia con la celebrazione del Natale durante la Guerra, e, quindi, con le sorelle March in giovine età. La nuova trasposizione di Piccole donne, invece, con Jo March già venticinquenne che va a sostenere un colloquio da un editore di New York. La pellicola pullula di numerosi salti temporali, lasciando il posto, invece, all’approfondimento dei singoli personaggi, alle emozioni di ognuno, sostituendo una narrazione lineare ad un flusso di ricordi che è ricordato da Jo, nel momento della sua composizione letteraria.
Al principio del film, Jo è un’artista talentuosa ma inconsapevole del proprio valore e pregna di insicurezze. Alla fine della pellicola, però, Jo March è consapevole di sé stessa e di chi è davvero. L’obiettivo della regista è quindi quello di condurre lo spettatore nel viaggio della protagonista che mira alla costruzione del proprio Io attraverso emozioni e rievocazioni legati alla sua infanzia.
Il ruolo della religione in Piccole donne
Fra le pagine del romanzo originale, la religione e la fede hanno un ruolo prominente all’interno della famiglia March. Nell’opera autentica, infatti, viene citato spesso il libro Il pellegrinaggio del cristiano, letto dal padre delle sorelle. Lo stesso padre delle quattro giovani è, infatti, un reverendo. Tuttavia, il concetto di fede e religione non prende poi così spazio nella nuova rivisitazione dell’opera. La Gerwig pur non nominando alcun tipo di credo, interpreta egregiamente il messaggio che la Alcott vuole elargire con questo libro. La presenza della fede cristiana non è solo decantata, ma si riscontra nell’impegno quotidiano delle quattro sorelle dedite a prendersi cura dell’altro in modo caritatevole.
L’atto di bontà verso la famiglia Hummels è un momento fatidico della storia di Piccole donne: una famiglia povera che le giovani ragazze insieme alla madre aiutano di frequente. La regista ha espressamente voluto concentrarsi sulla pratica concreta dell’aiuto verso il prossimo, piuttosto che sul nominare una qualsivoglia fede religiosa. L’aiuto verso l’altro non è legato a nessun timore di fede, è semplicemente dettato dalla carità e dall’empatia delle sorelle March, slegate dalla religione ma legate all’amore verso chi sta peggio.
Il finale
Nel libro Piccole donne, il professor Bhaer propone a Jo di contrarre matrimonio, pur essendo più anziano e meno attraente rispetto a come la regista, lo propone nel film. Nella trasposizione della Gerwig, la proposta di matrimonio è più romanzata: Bhaer è decisamente più attraente, e il momento della proposta matrimoniale si conclude con un bacio sotto la pioggia.
Questo meccanismo fa sì che Jo dia alle lettrici ciò che bramano: un lieto fine. La regista quindi, resta coerente con l’intreccio della storia e l’auspicio di rendere la narrazione dal punto di vista della crescita intellettuale, professionale ed emozionale della più rivoluzionaria delle sorelle.