Ricordiamo Burt Reynolds nel giorno del suo compleanno: un attore che ha fatto delle proprie origini native il punto di forza di tutta la sua intensa carriera.
Burt Reynolds nasceva oggi, nel 1936, a Lansing, nel Michigan, da un padre che aveva origini irlandesi e cherokee. Un periodo oscuro per chi aveva discendenze diverse da quelle caucasiche, vittime di razzismo e soprusi da parte degli americani “puri”.
Il caso di Burt Reynolds mostra però come questa leggenda di Hollywood sia diventata tale imponendosi proprio grazie alle sue origini.
Nel 1966 diventa infatti popolare interpretando il detective di origini irochesi Hawk nella serie televisiva Hawk l’indiano e l’indiano Navajo Joe nell’omonimo film di Sergio Corbucci.
Il successo arriva con Un tranquillo weekend di paura (1972), a cui segue Quella sporca ultima meta (1974), in cui Burt Reynolds interpreta un giocatore di football, disciplina nella quale aveva eccelso durante gli studi all’università.
Negli anni Ottanta recita in La corsa più pazza d’America (1981) e nel sequel (1984); in più doppia il cane Charlie nel film d’animazione Charlie – Anche i cani vanno in paradiso (1989). A tal proposito, il regista Don Bluth dichiarerà di essersi ispirato proprio all’attore nello scrivere la parte.
Nel 1997 recita in Boogie Nights – L’altra Hollywood di Paul Thomas Anderson: l’interpretazione gli vale le nomination agli Oscar, ai BAFTA e ai SAG come Miglior attore non protagonista, l’anno successivo.
Negli anni Duemila ha recitato in alcuni episodi di X-Files e My name is Earl, mentre ha prestato la propria voce nei videogiochi di Grand Theft Auto.
La morte è sopraggiunta il 6 settembre del 2018: solo quattro mesi prima, a maggio, era stato scritturato da Quentin Tarantino per interpretare George Spahn in C’era una volta a… Hollywood, sostituito poi da Bruce Dern.
Chiara Cozzi
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