Dal 2021, diventerà sempre più difficile per gli immigrati europei e non lavorare nel Regno Unito. Come effetto della Brexit verrà infatti introdotta la quota 70, ovvero una sorta di patente necessaria per poter ottenere il visto. Ispirata dal modello australiano, ecco cosa prevede.

La quota 70: i requisiti da rispettare

Come dichiarato dalla ministra dell’Interno Priti Patel, dopo la Brexit l’obbiettivo del governo è quello di diminuire il numero di immigrati “a bassa qualificazione” e di “incoraggiare le persone di talento” grazie a quota 70. Infatti, solo chi avrà almeno 70 punti (10 o 20 punti per voce) potrà ottenere il visto.

Ma, precisamente, quali sono le voci previste?

I tre requisiti minimi, che portano l’ispirante lavoratore immigrato a 50 punti, sono la conoscenza dell’inglese ad un livello accettabile (10 punti), l’aver ricevuto l’offerta di lavoro da parte di uno sponsor (20 punti), e l’aver avanzato la richiesta per una professione per specifiche competenze/formazione.

Gli altri tre criteri addizionali sono invece la carenza di lavoratori nel settore a cui si aspira, il salario minimo e la formazione.

Formazione e carenza di lavoratori

A chi arriva per svolgere professioni in cui vi è carenza di personale, soprattutto a livello domestico, come gli infermieri, spetteranno 20 punti; viene infatti data molta importanza alla formazione. Inoltre, dieci punti andranno a chi è in possesso di un PhD (dottorato di ricerca) inerente alla propria professione, venti se il dottorato è in una materia Stem (scienze, tecnologia, ingegneria e matematica).

Salario minimo

L’offerta del salario per il candidato dovrebbe superare la soglia di 25.600 sterline all’anno (circa 30.800 euro) cosicché si possano ottenere 20 punti. Si arriva a dieci punti se l’offerta è inferiore del 10%, a zero dal 10% al 20%.

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