Dopo Indian Welles anche il prestigioso Master 1000 di Miami, in programma dal 25 marzo al 5 aprile, è stato cancellato. L’emergenza Covid19 non risparmia il torneo della Florida dopo aver già compromesso i calendari di quasi tutti gli sport professionistici. La notizia, già nell’aria, è arrivata questa mattina. Manca ancora il crisma dell’ufficialità, che dovrebbe giungere nelle prossime ore, ma lo stato del Sole ha dichiarato l’emergenza e annullato tutti gli eventi in programma. Sono, inoltre, a rischio serissimo di cancellazione tutti i tornei sul rosso in programma nell’imminente primavera e si ragiona sulla possibilità di recuperare almeno i più importanti.
Dopo il Master 1000 di Miami i fari sono puntati principalmente sul Roland Garros, il secondo Slam della stagione per ora ancora calendarizzato al 24 maggio. Ma l’attenzione è altissima anche su Madrid e Roma. I rumors parlano di uno stop di sei settimane ma la situazione è in continuo evolversi e nessuno può essere certo che la normalità a quel punto sarà ripristinata. Si pensa a recuperare i Master 1000 di Indian Welles e Miami a settembre dopo Us Open; è probabile che i tornei minori siano eliminati senza complimenti. Di certo non sarà possibile contrarre la stagione a tal punto da recuperarli tutti.
Master 1000 di Miami: Atp verso il congelamento dei punti persi
Era emersa fin dai giorni scorsi la questione relativa ai punti del ranking. i ragionamenti dopo l’annuncio del torneo californiano avevano dato il via ad una serie di calcoli che penalizzavano fortemente soprattutto Dominic Thiem e Roger Federer, finalisti ad Indian Welles. L’austriaco, vincitore, avrebbe lasciato 1000 punti. Meno grave la perdita di Federer che a Indian Welles non averebbe comunque preso parte. Con la cancellazione del Mater 1000 di Miami re Roger rinuncia, però, ad un ulteriore grosso bottino, frutto del trionfo del 2019. In realtà, però, Atp e Wta sembrerebbero orientate a congelare i punti conquistati lo scorso anno nei tornei che subiranno l’annullamento nel 2020
Il tennis, finora, era stato uno degli ultimi sport a mantenere una certa regolarità nella propria organizzazione. Quando altrove già si impediva l’accesso al pubblico e si rimandavano competizioni, il mondo della racchetta continuava la sua corsa quasi miracolosamente. La sua natura di sport individuale e la stagionalità del circuito lo avevano tenuto a distanza dalle zone calde dell’emergenza. Poi, dapprima le porte chiuse in Davis Cup e infine la scure sul Sunshine Double hanno riportato tutti con i piedi per terra. L’OMS ha dichiarato la pandemia e anche gli States, finora restii, non possono più fare orecchie da mercante, con tutte le conseguenze che ciò avrà sul mondo. Anche quello del tennis.