David Quammen lancia il suo appello contro il coronavirus: “dobbiamo restare a casa, distanti gli uni dagli altri”.
Quammen, lo scrittore statunitense che nel suo saggio “Spillover – L’evoluzione delle pandemie” aveva previsto il diffondersi di virus in tutto il mondo, è stato ospite di Fabio Fazio nell’ultima puntata di “Che tempo che fa”. Il saggista americano, già noto per aver preso parte attivamente al dibattito pubblico sulla diffusione dell’ebola in Africa nel 2014, sostiene che si sarebbe potuta prevenire la pandemia di COVID-19.
Secondo Quammen bisognerebbe “imparare da questa crisi che si sarebbe potuta prevedere, perché tra qualche anno ce ne sarà un’altra”. Il problema principale che causa la rapida diffusioni di virus per lo scrittore sarebbe il danno all’ambiente.
David Quammen: “sconvolgere gli ecosistemi aumenta il rischio di diffusione dei virus”
Il cambiamento climatico e la distruzione degli ecosistemi sarebbero, secondo Quammen, i due principali motivi per cui i virus attaccano l’uomo.
“Il nuovo virus arriva a noi da animali selvatici, in un ecosistema completamente diverso. – ha detto Quammen durante il suo intervento a “Che tempo che fa” – Ci sono una pletora di animali selvatici, ognuno con un virus singoli. Quando noi mischiamo tutto, deforestiamo, trasportiamo animali selvatici altrove, sconvolgiamo questo escosistema e questi animali e noi diventiamo degli ospiti in alternativa per questi virus”.
A ciò si aggiunge il fatto che la diffusione dei virus è resa ancora più rapida dai continui spostamenti dell’uomo: “sono 7 miliardi e 700 milioni di persone che possono essere potenziali ospiti interconnessi”.
La prima pubblicazione del saggio narrativo “Spillover – L’evoluzione delle pandemie” risale al 2012, otto anni prima della diffusione del coronavirus.
Secondo Quammen l’aver trascurato tutti i segnali allarmanti registrati già ai tempi della SARS è “triste e frustrante”. La comunità scientifica era stata chiara: in futuro si sarebbero manifestate molte più epidemie. Tutti messaggi ascoltati e ignorati.
In una precedente intervista, Quammen ha detto che il suo libro aveva predetto in maniera precisa quello che sta accadendo oggi: “ma non sono stato preveggente, mi sono limitato a riportare in una forma composita ciò che alcuni esperti molto affidabili mi avevano preannunciato”.
David Quammen contro Donald Trump
“Abbiamo eletto un signore che non è assolutamente capace di gestire una crisi di questa portata” ha commentato David Quammen durante la trasmissione di Fazio. Per lo scrittore il presidente degli Stati Uniti Donald Trump non è stato capace di comprendere la pericolosità della diffusione del coronavirus e solo ora sta correndo ai ripari chiudendo i confini e sopprimendo i voli dall’Europa.
Coronavirus, la profezia della veggente Sylvia Browne
David Quannem è riuscito a “prevedere” la diffusione del virus grazie ai suoi studi, ma ci sono state anche altre profezie, meno scientifiche, sulla diffusione di un virus letale.
“Entro il 2020 gireremo con mascherine e guanti per via di un’epidemia di polmonite”. Scriveva nel 2008 la veggente Sylvia Browne in un libro pubblicato nel suo libro “End of days”. La medium americana, morta nel 2013 in California, scriveva che: “entro il 2020 diventerà prassi indossare in pubblico mascherine chirurgiche e guanti di gomma a causa di una epidemia di una grave malattia simile alla polmonite, che attaccherà sia i polmoni sia i canali bronchiali e che sarà refrattaria a ogni tipo di cura. Tale patologia sarà particolarmente sconcertante perché, dopo aver provocato un inverno di panico assoluto, quasi in maniera più sconcertante della malattia stessa, improvvisamente svanirà con la stessa velocità con cui è arrivata, tornerà all’attacco nuovamente dopo dieci anni, e poi scomparirà completamente”.
Da Nostradamus ai Simpson: tutte le profezie sulla diffusione del virus
Dopo l’esplosione dei contagi di coronavirus in molti hanno evocato Nostradamus, il profeta più noto di tutti i tempi. Secondo alcuni, Michel de Nostredame, più noto con lo pseudonimo di Nostradamus, in una delle quartine della sua opera “Le Profezie” aveva previsto la diffusione di una grande epidemia che avrebbe colpito una serie di città italiane.
In tempi più recenti, un altro “profeta” è stato il fondatore della Microsoft Bill Gates durante una conferenza nel 2015: “a uccidere dieci milioni di persone nei prossimi anni non sarà una guerra ma un virus”.
I tanti fan de “I Simpson” hanno, poi, notato come ancora una volta il cartone animato statunitense abbia anticipato i tempi prevedendo il futuro: in una puntata, infatti, arriva un misterioso virus a Springfield attraverso un pacco spedito dall’Asia.
Che siano vere e proprie profezie o semplicemente brillanti intuizioni la “lezione del coronavirus” è chiara: in futuro dovremo prevedere dei sistemi sempre più sofisticati per prevenire la diffusione di virus.
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