I campi del Pescara
Le prime manifestazioni calcistiche delle squadre pescaresi si tennero nel cosiddetto “spiazzo”, davanti a Palazzo Verrocchio. Questo durò fino agli anni ’30, quando il campo “Rampigna” diventò la casa del Pescara. Le squadre delle categorie inferiori del club utilizzano ancora oggi la cosiddetta “Fossa dei leoni”. Nel 1955 viene inaugurato lo stadio Adriatico, il tempio dei delfini.
Lo stadio Adriatico
Inaugurato nel 1955 con un’amichevole contro il Como, lo stadio Adriatico ha negli anni ’60 una capienza di 10.000 spettatori. In occasione della prima promozione in Serie A nel 1977 il sindaco di Pescara lo rende idoneo agli standard della massima serie: amplia le curve e le tribune con l’innesto di un secondo anello. La capienza raggiunge le 40.000 unità. Nella metà degli anni ’80 il pericoloso fossato che separava i tifosi dal campo (a causa di gravi incidenti) viene eliminato e vengono alzate delle barriere che peggioreranno la visibilità dei tifosi.
Il decadimento
Sempre lo stesso anno, la UEFA in seguito alla tragica strage dell’Heysel di Bruxelles farà ridurre la capienza a 34.000 posti. Ma, comunque, lo stadio Adriatico diventerà uno stadio di riserva grazie alla sua struttura moderna e funzionale. In seguito l’inserimento dei seggiolini nella tribuna Majella farà ridurre ulteriormente il numero di spettatori a 26.000. Oggi l’Adriatico ha una capienza massima di 22.000 spettatori, ed a causa delle barriere e della pista di Atletica si mostra poco confortevole.
Lo stadio “Giovanni Cornacchia”
L’Adriatico nel corso della sua storia è stato teatro anche di importanti competizioni di Atletica Leggera, essendo uno dei pochi impianti italiani ad avere un circuito regolarmente nel parco esterno. Questo stadio è difatti intitolato a Giovanni Cornacchia, l’olimpionico che vide negli anni ’60 risultati di rilievo in ambito nazionale ed internazionale sui 110 m ad ostacoli.
Photo credits: pescaracalcio.com