Nascono i dubbi che le autorità cinesi abbiano comunicato un numero di morti inferiore a quello reale: secondo i dati ufficiali i morti ufficiali a Wuhan sono 2.500, mentre quelli che emergono dall’inchiesta del quotidiano cinese Caixin sono circa 40.000.
L’inchiesta del quotidiano cinese Caixin e i numeri dei decessi stimati
Fin dall’inizio dell’emergenza coronavirus il governo cinese è stato accusato di nascondere il vero numero di morti e infettati sul loro territorio, in particolare su Wuhan, la città epicentro del contagio in Cina. Negli ultimi giorni la regione finora più colpita, l’Hubei, è tornata alla quasi normalità e l’8 aprile sarà il turno di Wuhan, che registra un numero di contagi ormai quasi pari a zero e un numero ufficiale di 2.535 vittime e 50.000 casi.
Tuttavia, il quotidiano cinese Caixin ha condotto un’inchiesta che smentisce questi dati e riporta che il numero finale di decessi è pari a 42.000.
Questo dubbio non è dovuto solamente alle sottostime e reticenze iniziali da parte delle autorità, ma anche per materiale visivo pubblicato dalla rivista cinese – che come riporta il Corriere della Sera – ritrae “file troppo lunghe davanti alle grandi agenzie di pompe funebri di Wuhan” e “cumuli di casse che sembrerebbero in notevole eccesso rispetto all’esigenza di raccogliere le polveri dei 2.535 morti dichiarati dalle autorità”.
Il numero dei corpi cremati sembra superiore anche a quello stimabile considerando diversi fattori inevitabili dovuti dallo stato di quarantena di Wuhan. In Cina si è soliti cremare i corpi e a disperderli nel mare o seppellire le urne sotto alberi, ma è normale che si siano accumulati in un momento come questo. Con la quarantena non è stato concesso ai parenti di ritirare le urne o partecipare alle cerimonie di addio, però il numero delle casse contenenti le polveri appare notevolmente maggiore a quello dei decessi dichiarati.
I conti delle vittime che non tornano
La rivista Caixin ha cercato di contare le urne consegnate all’agenzia mortuaria Hankou – una delle 8 di Wuhan – in un solo giorno durante il corso di questa settimana ed è arrivata al numero di 5000. In totale le otto agenzie dal 23 marzo hanno consegnato 3500 urne al giorno ai parenti, in modo da concludere il tutto il 3 aprile. Proponendo il conto fatto da Radio Free Asia, 12 giorni per 3.500 fa 42.000 vittime.
Caixin precisa che alla maggior parte delle persone morte con i sintomi da coronavirus non è stato fatto il tampone e sono così rimaste escluse dal conteggio delle vittime date dal Covid-19. Inoltre, bisogna contare che vista l’emergenza negli ospedali, molti pazienti con patologie pregresse sono morti per la mancanza di cure.
In seguito all’inchiesta, i giornalisti del Time hanno provato a chiamare le onoranze funebri della città in modo da avere un riscontro, ma gli è stato comunicato che non erano a conoscenza dei dati delle vittime o che non gli era permesso divulgarli.