Ad Hong Kong aumentano i casi di contagio. Solo nella giornata di domenica, si è registrato un picco di 82 casi, ma già tra il 18 e 20 marzo i dati riportavano un aumento maggiore rispetto a febbraio, mese durante il quale la città cantonese, così come Singapore, era riuscita ad arginare efficacemente la diffusione del virus.

Le nuove misure di contenimento

L’ex colonia britannica ha dovuto, quindi, prendere provvedimenti e varare nuovamente misure restrittive, interrompendo il processo di graduale riapertura delle attività.

Fin dallo scorso fine settimana, il governo locale ha predisposto tutta una serie di misure, che vanno dalla chiusura di cinema e parchi, al dimezzamento degli ingressi in locali e ristoranti ed il divieto di assembramenti di più di quattro persone.

Contestualmente, il governo ha anche varato il divieto per gli stranieri di atterrare all’aeroporto internazionale Chek Lap Kok, anche solo per il transito temporaneo, ed ha imposto la quarantena di 14 giorni per tutti i residenti di rientro ad Hong Kong.

Il grafico dei contagi giornalieri ad Hong Kong dal 15 febbraio al 30 marzo – fonte: worldometers.info

Ritorna, quindi, la paura della diffusione del coronavirus, ed il caso dell’ex colonia britannica rappresenta un monito per tutti i paesi che, attualmente, stanno fronteggiando la prima ondata di contagi.

Secondo gli esperti, una volta superata la prima e più dura fase di contrasto al virus, che vede, oramai in tutto il mondo, i sistemi sanitari al limite del collasso, inevitabilmente gli stati inizieranno una graduale riapertura delle attività, senza però attendere che il virus sia scomparso del tutto.

La seconda fase, il cosiddetto contagio di ritorno, è, infatti, la più critica da gestire e può portare ad imporre nuovamente la quarantena forzata per tutta la popolazione.

L’intervista di Atlantic a Gabriel Leung

In un’intervista a The Atlantic, Gabriel Leung, rettore dell’Università di Medicina di Hong Kong ed uno degli esperti mondiali di epidemie da coronavirus, ha spiegato che “bisognerebbe mantenere queste misure di controllo fino a quando non si verifica una delle due possibilità: l’immunità naturale dall’infezione, oppure una disponibilità sufficientemente ampia di un vaccino efficace somministrato ad almeno metà della popolazione, per creare la stessa immunità effettiva del gregge” Leung ha aggiunto che passeremo attraverso “diverse fasi” di quarantena forzata e allentamenti delle misure “prima di avere una risoluzione“.

Secondo il Rettore, lo scopo di tutte misure varate fin ora dai vari paesi, come il distanziamento sociale, non è quello di portare a zero il numero di persone infette, perché questo “non è possibile“. Piuttosto, sono uno sforzo per proteggere le persone anziane, che hanno un rischio molto più elevato di contrarre il virus e morire, nonché per mantenere il funzionamento dei sistemi sanitari.

Nessun paese, nessuna popolazione, nessuna città può essere risparmiata dal Covid-19. La grande domanda è, come ti assicuri di non far collassare i servizi sociali? Come si assicura che il sistema ospedaliero non collassi? Come si fa a garantire che ci siano abbastanza letti e ventilatori per terapia intensiva per coloro che ne hanno bisogno? Come si fa a essere in grado di ridurre al minimo l’onere della morbilità e della mortalità per la propria popolazione, proteggendo al contempo l’economia e il sostentamento delle persone in maniera sostenibile? Queste sono le grandi domande con cui ogni società dovrebbe confrontarsi e con cui ha dovuto fare i conti”.

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