Oggi è il compleanno di Michael Fassbender, attore tedesco dal talento indiscutibile e una presenza scenica fuori dall’ordinario. Insieme alla moglie Alicia Vikander, conosciuta sul set di La luce sugli oceani, forma una delle coppie più invidiate di Hollywood. Ripercorriamo allora la sua fortunata carriera attraverso alcune delle sue migliori interpretazioni.
Grazie, Steve McQueen!
Michael Fassbender non raggiunge subito la notorietà, come accade per molti dei più grandi attori del cinema. Classe 1977, nato nella Germania Ovest ma cresciuto in Irlanda, Fassbender si forma in ambito teatrale ma il suo obiettivo è di sfondare al cinema. Partecipa alla serie HBO-BBC Band of Brothers – Fratelli al fronte, prodotta da Steven Spielber e Tom Hanks, e dirige, produce e interpreta la versione teatrale di Le Iene, di Tarantino.
Dopo esser scelto da Zack Snyder per interpretare lo spartano Stelios in 300, la vera svolta della sua carriera arriva con Steve McQueen nel 2008. Il regista londinese lo dirige in Hunger, sua opera prima, film scioccante che pone l’attenzione sul trattamento riservato ai prigionieri politici nel carcere di Long Kesh. Fassbender è il protagonista indiscusso interpretando l’esponente della Provisional IRA Bobby Sands.
La storia narrata è presa dalla realtà. Bobby Sands vuole ottenere il riconoscimento di prigionieri politici per i membri dell’IRA e lo fa attraverso uno sciopero della fame in cui perderà la vita. Tra violenze e torture mai celate allo spettatore, il film evidenzia l’efferatezza delle guardie ma anche l’assoluta determinazione dei detenuti, in primis di Sands. Fassbender è un novello Christian Bale: per mostrare il protagonista ormai debilitato e sfinito dalla fame, ha seguito una dieta durissima (meno di 900 calorie al giorno) unita ad allenamenti aerobici intensivi.
Hunger conquisterà Cannes vincendo la Caméra d’or per la miglior opera prima e Fassbender viene lanciato ufficialmente nello star system, iniziando il sodalizio artistico con Steve McQueen il quale lo vorrà anche nei successivi Shame e 12 anni schiavo.
L’affermazione definitiva
Gli anni duemiladieci sono i più fortunati per l’attore, che è richiestissimo da Hollywood. Prende parte a Bastardi senza gloria (2009), di Tarantino, è il burbero Mr. Rochester in Jane Eyre (2011) ma soprattutto è un giovane e conturbante Carl Gustav Jung in A dangerous method di David Cronenberg (2011).
In questo film Fassbender è intensamente erotico e il suo è uno Jung esplosivo nella sua pacatezza. Cronenberg delinea in modo non troppo sottile l’ambiguità dei rapporti tra psicanalista e paziente attraverso la relazione tra Jung e Sabina (Keira Knightley), ma anche la sperimentazione freudiana di Freud, interpretato da un grande Viggo Mortensen.
Il 2011 è anche l’anno di X-Men: L’inizio, primo film della tetralogia prequel della saga che si concluderà nel 2019 con X-Men: Dark Phoenix. Fassbender prende il posto di Ian McKellen e veste i panni di un giovane Magneto. Ne seguiamo le origini, scopriamo le motivazioni alla base delle sue idee radicali e capiamo soprattutto il rapporto con Charles Xavier (James McAvoy). Il Magneto di Fassbender ricalca la carica e la classe di McKellen ma allo stesso tempo è più enigmatico e intrigante.
Torna a lavorare con McQueen in Shame, dove interpreta un ninfomane dalla vita apparentemente perfetta che gli valse la Coppa Volpi a Venezia. Il film è angosciante e il sesso è talmente protagonista da risultare disturbante, sbagliato. Nel 2013 di nuovo un ruolo ambiguo, tremendo: quello del sadico schiavista Edwin Epps in 12 anni schiavo (Oscar al miglior film). Nessuno potrà mai dimenticare le frustate che Fassbender riserva a Lupita Nyong’o, dalla crudeltà imbarazzante.
La certezza di Hollywood
Michael Fassbender ormai è una certezza per i produttori hollywoodiani. Le sue interpretazioni spaziano dai blockbuster, ai classici della letteratura, a produzioni indipendenti e sono sempre superlative. Ne è un esempio lampante il ruolo di Machbeth nella trasposizione cinematografica dell’omonima tragedia del Bardo. Un personaggio impegnativo, un tiranno mascherato da antieroe, simbolo di quella discesa agli inferi dell’animo umano causata dalla bramosia spasmodica del potere.
Poche cadute di stile (si veda Assassin’s Creed) e grandi prove attoriali hanno fatto di Fassbender uno dei più potenti attori della sua generazione, che gioca sempre sul filo del conturbante.
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