Oggi, per la rubrica di “che fine ha fatto?”, ci spostiamo nel mondo NBA. Ci focalizziamo sul più giovane di sempre a esordire nella lega americana: Andrew Bynum. Una carriera breve, ma molto intensa

Andrew Bynum, sulle orme dei più grandi

Il destino di Andrew Bynum sembrava già scritto. Come Lebron James e Kevin Garnett, ha saltato l’esperienza del college, ma è stato comunque scelto alla numero 10 dai Los Angeles Lakers. 213 cm per circa 130 kg, era il profilo più promettente per reagire all’addio di Shaq. Ed è proprio contro il nuovo giocatore dei Miami Heat che l’allora 18enne centro dei Lakers si mise in mostra in maniera memorabile. 16 gennaio 2006, Heat-Lakers, Shaq schiaccia in testa al giovane Bynum con quella leggera convinzione che lo contraddistingueva, facendolo cadere goffamente. Azione dopo, palla per Bynum, un paio di finte, Shaq al bar e due punti comodi per il rookie, che non perse occasione per sbeffeggiare l’avversario.
Insomma, se hai esordito a 18 anni e 6 giorni nel campionato più importante al mondo, se ti dimostri completamente sfacciato tanto da prendere in giro uno come Shaq, non sei uno qualunque. Non sei uno qualunque nemmeno se i Lakers decidono di chiamare un vecchio amico per affidargli l’incarico di allenatore specifico dei bigmen, dei lunghi della squadra. Un certo Kareem Abdul-Jabbar e la scomessa dei gialloviola inizia a pagare.

Andrew Bynum
Andrew Bynum nel suo anno da rookie.
(photo credits: Bleacher Report)

Andrew Bynum, la dinastia Lakers

Dopo un primo anno di ambientamento e di sprazzi, arriva la grande occasione per Andrew, nonostante sia ancora giovanissimo. Chris Mihm e Kwame Brown, centri dei Los Angeles Lakers iniziano la stagione ai box per infortunio e il ruolo di 5 titolare viene affidato al nostro protagonista di oggi. Non sono ancora i Lakers dei due titoli di fila, ma ci arriveranno insieme alla crescita di Bynum.
Gioca gran parte di quella stagione da titolare e si fa notare, tanto che i New Jersey Nets provano a offrire addirittura Jason Kidd in cambio del 19enne.
La stagione successiva inizia benissimo. Migliorano le prestazioni e le statistiche di Andrew che contribuisce ad una buona stagione corale. Poi arriva il primo infortunio. Un problema al ginocchio che lo terrà fuori dal campo fino alla 32esima partita della stagione successiva. I Lakers si tutelano e firmano Pau Gasol da Memphis.
Una coppia di lunghi incredibile: il dinamismo, lo strapotere fisico di Bynum e la classe, l’intelligenza, leadership di Gasol. E poi c’è lui, Kobe Bryant, a dirigere l’orchestra verso la vendetta contro Boston che arriva nel 2010. Un anno prima c’è spazio per il primo titolo di questi Lakers, 4-1 contro gli Orlando Magic di Dwight Howard, che sarà più avanti coinvolto nel destino di Bynum. 23 anni e già due anelli al dito. La carriera di Andrew Bynum è già un successo e sembra appena all’inizio.

I problemi alle ginocchia e l’incredibile declino

La stagione 2011/2012 è quella della definitiva consacrazione. Prestazione impressionanti e indelebili nei libri di storia, come i 30 rimbalzi contro San Antonio o le 10 stoppate contro Denver ai playoff. Viene giustamente inserito nel Western Team per l’All Star Game e sembra proprio essersi preso la considerazione che voleva.
Non è così però. Il ginocchio crea problemi di nuovo, tanto da limitarne le potenzialità, perchè un giocatore di 2,13 metri se non è al top fisicamente, fa fatica, E l’NBA non aspetta nessuno, anzi. I Lakers erano intenzionati a provare l’ultima dinastia che l’era Kobe Bryant potesse offrire. Infatti, finita la stagione, Andrew Bynum passa a Philadelphia in una trade che comprende 4 squadre e che porta Dwight Howard in California, per uno dei più grandi flop della storia NBA.
A Philadelphia le ginocchia dell’ormai ex Lakers non migliorano e a fine anno diventa free agent. Firmerà per Cleveland, ma una serie di comportamenti sbagliati all’interno dello spogliatio costringono la franchigia dell’Ohio a girarlo a Chicago, che senza indugi rescinde il suo contratto.

Un ritiro silenzioso?

In due anni Andrew Bynum era passato da centro titolare di una super contender ad essere in cerca di una squadra. I problemi fisici persistono e si percepisce che la carriera del Bigman di Middlesex sia già paradossalmente ai titoli di coda. L’ultimo tentativo è agli Indiana Pacers, dove le ginocchia dureranno solo per 2 partite. Il 2014 è stato l’ultimo anno in cui Andrew è sceso in campo ufficialmente.
Circa un anno fa giravano dei filmati in cui si vedeva l’ex campione NBA allenarsi duramente e dichiarare di voler tornare in campo. A riguardo aveva espresso la sua opinione Paul Pierce.

Questa voce non conta nulla. E vi dirò perché. Il gioco di oggi non è compatibile con l’Andrew Bynum che abbiamo visto prima che lasciasse il basket. Giocava in post e non sapeva davvero tirare. Non va bene per il gioco di oggi. Probabilmente io avrei maggiori chance di tornare in campo

Ad oggi, non abbiamo idea di cosa stia facendo Andrew Bynum, forse si sta ancora allenando, forse si è già ritirato. Ancora una volta le storie di questo sport ci insegnano che più un destino sembra scontato, più avviene l’esatto contrario. A noi appassionati rimangono solo gli highlights e i ricordi di un giocatore a tratti devastante, il cui addio è diventato metafora della fine di un’era e l’inizio di un’altra.

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