È ufficiale: slittano la riapertura e l’aggiornamento della terza fascia previste per giugno 2020. Dopo la rassicurante diretta di Giuseppe Conte di due giorni fa, arriva il pugno nello stomaco per i tanti aspiranti docenti che, oltre a essere protagonisti e vittime di un sistema precario, si vedono costretti ad ingoiare questo amaro, amarissimo boccone. 

Procedure vetuste”, la parola al Ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina

“Non riusciamo ad aggiornare le graduatorie, chiedo scusa. Prossimo anno domanda digitalizzata”. A scusarsi è il Ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina. La triste notizia arriva in un momento particolarmente sfavorevole in termini di umori, vuoi per il reclutamento casalingo forzato causa COVID-19 Che funge da cassa di risonanza per amplificare un malessere già condiviso-, vuoi per la difficoltà della didattica online a distanza, a cui molti docenti (a volte senza formazione specifica) hanno dovuto fare ricorso far fronte durante l’emergenza. 

Terza fascia
Lucia Azzolina photoCredit: dal web

“Procedure vetuste“: questo il motivo che porterebbe milioni di precari a ritrovarsi, ancora e ancora, al punto di partenza. La decisione, tuttavia, non è passata in sordina, un po’ per la sua estremità, un po’ per la sua assurdità

“Contraddittorio” lo ha definito l’onorevole Flora Frate, aggiungendo: “Ho letto la base del decreto: mobilità sì, aggiornamento graduatorie no. 85 milioni di euro destinati alla didattica a distanza e neanche un centesimo per potenziare il sistema PEC vetusto?”. 

Ora, potremmo essere portati a pensare che questo decreto sia necessario a fronte della presente situazione di emergenza. Potrebbe sembrare, tutt’al più, uno specchietto per le allodole? In un momento di grande incertezza per molti lavoratori (basti pensare alle partite IVA, che oramai da oltre un mese vivono in una situazione di costante dubbio circa il futuro), si va a creare un altro bacino di incertezza, questa volta a danno dei precari della scuola.

Cosa comporta lo slittamento dell’aggiornamento?

Per dirlo in parole povere: la scuola ha bisogno delle graduatorie di terza fascia per il reclutamento del corpo docente, l’assegnazione di cattedre vacanti e supplenze. Eliminando la possibilità di nuovi inserimenti e aggiornamenti rischia di ingolfare un sistema già caotico, creando, paradossalmente, un’emergenza nell’emergenza. 

Eppure, malgrado l’emergenza del Sistema Sanitario Nazionale stia accentrando su di sé tutte le attenzioni della stampa, potremmo utilizzare una semplice analogia con il sistema scuola per azzardare una previsione “alla Cassandra maniera”.

Se infatti 20 anni di tagli a colpi di scure in nome dell’efficienza dei nostri ospedali ci hanno lasciato con un Sistema Sanitario Nazionale assolutamente non in grado di affrontare una emergenza che varie volte era stata paventata negli ultimi anni, potremmo domandarci dove altrettanti anni di tagli alla cieca al nostro sistema scolastico potranno portare.

Il triste epilogo di un altrettanto triste sistema: la terza fascia sarà al collasso

La cultura, la conoscenza e la ricerca, potrà sembrare inverosimile, si traducono direttamente in punti di PIL, perentorio l’investimento nell’educazione, a partire proprio dai docenti. La regolarizzazione dei precari e la riapertura della terza fascia avrebbe, oltre ai benefici per la classe stessa, il conseguimento della tanto agognata continuità didattica.

Investire adesso, peraltro relativamente poco, allo scopo di risolvere un problema sociale oggi ed ottenere un ritorno dal valore inestimabile un domani. Una visione a medio termine che, oramai da decenni, i nostri governanti dimostrano di non avere.

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