Parole non propriamente di piacere quelle rilasciate da Kevin Garnett nei confronti di Glen Taylor, proprietario dei Minnesota Timberwolves. In un’intervista rilasciata a theathletic.com il neo Hall of Famer è tornato su una vecchia poleminca dei tempi di Minneapolis.

Kevin Garnett e la rottura con Taylor

 Kevin Garnett. Photo by Mark Sagliocco/Getty Images

Quella tra Kevin Garnett e i Minnesota Timberwolves è una storia d’amore durata, a più riprese, ben tredici stagioni. Selezionato dalla franchigia di Minneapolis nel Draft NBA del 1995, Garnett è rimasto fino al 2007, per poi fare ritorno nella stagione 2015/2016, l’ultima della sua carriera.

Proprio in quest’ultima stagione Garnett avrebbe portato avanti una trattativa con il coach Flip Saunders, che prevedeva la sua permanenza all’interno della dirigenza dei Timberwolves.

Purtroppo però il 25 ottobre 2015 una tragedia colpì proprio il coach, Flip Saunders, che morì a causa di un linfoma di Hodgkin. Dopo la morte di Saunders l’ipotesi di Garnett all’interno dello staff dei Timberwolves sparì, ed è qui che nasce il dente avvelenato dl nativo di Greenville verso il proprietario.

«Glen non è una persona autentica. Probabilmente sta subendo pressioni in tal senso dalla comunità di Minnesota, ma il nostro rapporto se n’è andato con Flip. Per questo non lo perdonerò mai. Non ci sono problemi. Amo quell’organizzazione e tutta la gente con cui ho lavorato Ma non faccio affari con i serpenti. Non faccio affari con i serpenti figli di *******».

La risposta di Glen Taylor a queste polemiche potrebbe essere il mancato ritiro della canotta numero 5, indossata per tutta la sua carriera di Kevin Garnett. I Boston Celtics hanno già annunciato che manderanno il numero 5 ai piani alti del Garden, mentre tutto tace a Minneapolis.

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