Bisogna salvare il tennis dal coronavirus. E’ questo l’obiettivo che si pone Andrea Gaudenzi. Dall’alto della sua posizione di numero uno dell‘ATP, ruolo in cui si è insediato appena da gennaio, l’ex tennista azzurro lancia un grido di speranza che sembra anche un accorato appello a tutte le istituzioni del settore. Di idee ce ne sono tante, a partire dall’unificazione e dalla vendita del tennis come prodotto unico; ma la necessità più urgente in questo momento è soprattutto salvare il salvabile della stagione in corso. Niente più polemiche, quindi, come quelle che hanno accompagnato il Roland Garros e massima unità di intenti.
Gaudenzi: “Dopo il Coronavirus il tennis riparta da Us Open”
Gaudenzi ha parlato di questo e di altro nel corso di una call con la stampa italiana nella quale, da abile mediatore così come gli impone il ruolo che ricopre, ha giustificato la decisione degli organizzatori francesi di spostare arbitrariamente le date del proprio Slam. Il panico causato dal sopraggiungere del Coronavirus avrebbe spinto Giudicelli a prendere una decisione affrettata, ma ora sarebbe tornata la concordia e il necessario clima di collaborazione. Adesso si tratta di garantire ad ogni costo lo svolgimento dello Us Open e delle Finals, puntando al contempo ad inserire nel calendario il recupero di due Master 1000.
Nessuno può dire cosa succederà. Io rimango ottimista sulla possibilità di giocare in estate negli Usa, Flushing Meadows compreso, ipotizzando poi una stagione sulla terra rossa di quattro settimane dopo il Roland Garros dove sistemare due Masters 1000. Il mio obiettivo, l’ho ribadito a tutti, è giocare più tornei possibile nelle settimane che avremo a disposizione, arrivando alle Finals di Londra dopo aver salvato tre Slam e sette master 1000. Quindi l’80 per cento dei punti.
Le soluzioni affinché l’emergenza Coronavirus possa essere aggirata sono sul piatto. Non si esclude la possibilità di utilizzare le aree al coperto in autunno per disputare i tornei saltati in estate. La difficoltà, per stessa ammissione di Gaudenzi, risiede nel fatto che molte di tali aree sono utilizzate anche per altre iniziative e sono, dunque, già prenotate. Al vaglio anche la disputa di tornei regionali aperti solo a tennisti appartenenti a determinate zone geografiche. Tutto ciò, naturalmente, per limitare al massimo gli spostamenti. Sembra solo una suggestione, invece, quella dei tornei virtuali sull’esempio di quanto già sta succedendo con la Formula 1 e la MotoGp, sport a cui questo trattamento «si presta meglio».
Affrontare la crisi guardando al futuro
Quello che maggiormente tiene a sottolineare Gaudenzi resta comunque l’obbligo, anche in futuro e con il Coronavirus alle spalle, di ritrovare l’unità di intenti. ATP, WTA e Grande Slam devono lavorare con la consapevolezze di avere tra le mani un unico prodotto da valorizzare come esperienza unitaria. Ci sono in ballo nuovi progetti per rendere il tennis ancor più televisivo, sfruttando OTT e digitale, in un ambito in cui la concorrenza è diventata spietata. Obiettivi importanti per un mandato che nemmeno lui immaginava così difficile.
Il tennis ha un potenziale enorme, ma è estremamente frammentato. Tante sigle diverse, quattro formati per il quinto set, diritti tv che cambiano da paese a paese… Da qui la difficoltà di offrirlo come prodotto unico. Prima gli incendi in Australia, ora il Coronavirus, non oso pensare a cosa può capitare dopo…Ma a volte dalle crisi più difficili nascono delle opportunità. Comunque il tennis oggi non è la priorità, ci sono i malati a cui pensare, infermieri e medici che lottano in prima linea.