In un momento critico come quello che stiamo vivendo adesso, noi BRAVE GIRLS siamo sorprese di sapere che la Violenza Domestica è diventata, nel collettivo panico da Coronavirus, un problema drammatico.
Ormai gran parte del mondo è in una situazione di Lockdown. Al grido di #iorestoacasa (come fosse una scelta personale) e del più aggressivo #restateacasa, milioni di italiani sono stati privati della libertà di muoversi fuori dalle proprie abitazioni. Noi sappiamo che si tratta di un’emergenza sanitaria, ma non tutti a casa sono al sicuro. Parliamo delle situazioni più disèarate, comprese le vittime di violenza domestica, per le quali la propria casa è il luogo più spaventoso di qualsiasi altra malattia.
Dati sulla violenza domestica:
Nella prima settimana di Lockdown, dall’otto al quindici marzo, le denunce sono diminuite del 55,1%, facendo insospettire Di.Re. (Donne in rete contro la violenza) e anche alcune storiche attiviste come Fabrizia Giuliani e Andrea Catizone, che decisero di fare un appello pubblico al premier Conte, mietendo diversi consensi, tra cui quello di Laura Boldrini, Anna Finocchiaro e Cristina Comencini. La richiesta era quella di impegnare “ogni sforzo per dare il senso che lo Stato non si ritira dalla battaglia contro la violenza domestica, ma invece rafforza il suo presidio, promuovendo la diffusione del numero verde 1522 in ogni comunicazione pubblica che inviti a restare a casa anche nella forma di app scaricabile sullo smartphone“. la ministra alla Famiglia Elena Bonetti e il Sottosegretario all’Editoria Andrea Martella hanno deciso di trasformare questo appello in una campagna tv e online, per evitare l’impennata di femminicidi e violenza domestica che c’è stata in Cina negli ultimi mesi.
Difficoltà “nel pratico” delle reti d’aiuto pubbliche:
Purtroppo le problematiche continuano ad essere molte: per accedere fisicamente a un centro antiviolenza è spesso necessario un tampone negativo, non eseguiti se non in presenza di sintomi gravi. Concretamente, per molte donne è difficile anche solo avere la privacy per una chiamata, ancora più faticoso risulterebbe fuggire, magari portando dei bambini piccoli. Così molte di loro rinunciano alle ferie e continuano a lavorare e a mettere a repentaglio la propria salute pur di stare lontane da casa, ma anche questo non sempre è possibile.
Violenza domestica, non solo violenza di genere:
La situazione in Italia quindi non è affatto rassicurante. Come spesso accade, le situazioni d’emergenza esacerbano una corsa al capro espiatorio, e, quando il mondo esterno tace, il nemico lo si trova prima nella comunità asiatica, poi in chi esce per una corsetta, con chi porta fuori il cane o anche con chi si convive. È il caso della giovane donna assassinata a Messina, dal compagno convinto di aver contratto da lei il Virus (ipotesi verificatasi falsa dall’esito negativo di entrambi i tamponi). Possiamo ricondurre quest’avvenimento in gran parte al problema della violenza di genere che ormai conosciamo fin troppo bene, ma è in qualche modo anche lo specchio distorto di una nevrosi collettiva, dovuta alla lotta a un nemico invisibile, che necessita sempre di più valvole di sfogo concrete, per quanto irrazionali e pericolose.
La convivenza forzata e lo stress psicologico non miete vittime solo tra partner, ma riguarda anche la convivenza tra famigliari, come dimostra l’uccisione di Sergio Corona (56 anni), ucciso dal fratello con una coltellata, perché stava facendo dei rumori in cucina.
Alcune considerazioni:
Ci troviamo in un momento storico in cui è sempre più evidente come il benessere mentale sia considerato di serie B rispetto al benessere fisico. Si ha giustamente a cuore la vita delle persone, ma solo in termini biologici. Infatti, chi sta prestando servizio psicologico gratuito e chi si occupa dei Centri Antiviolenza, non è quasi mai lo stato, ma la buona volontà delle singole organizzazioni, che stanno lavorando gratuitamente per offire dei servizi di prima necessità, almeno tanto quanto le tabaccherie e le edicole.
Articolo di: Gaja Pollastrini
Editing di: Rae Mary
Artwork: Rae Mary
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