E’ una delle domande che attanaglia di piu’ in questo periodo gli italiani sulla questione “apertura parrucchieri”. Dopo tanti giorni di lockdown, una cosa così frivola potrebbe alleggerire l’animo e la testa; pur non essendo un servizio di prima necessita’ (anche se in verità per molti lo è, guardate i giornalisti in tv, per esempio) dopo quasi due mesi e più di chiusura lo sarà un pò per tutti.

Stasera il premier Conte ha annunciato l’apertura ufficiale dei parrucchieri: il 1 giugno.

Come si accederà ai saloni di parrucchieri?

A qualcuno piace chiamarlo il parrucchiere 2.0, avanguardista direte…Beh in parte è così. Entrate contingentate: viene teorizzata la presenza di 2 persone su 40 mq parrucchiere incluso; o ancora viene ipotizzato uno spazio compreso tra un metro o due tra una postazione di lavoro e l’altra, si accederà solo su appuntamento, imperativo per la cliente sarà rispettare l’orario fissato per non danneggiare il parrucchiere e per rendere frubile per tempo l’appuntamento alla persona successiva. Orari molto più lunghi e possibilità di apertura 6/7 per poter permettere quanto più possibile alla clientela di essere ricevuta.

Dal punto di vista della sicurezza, invece, li vedremo procedere come “truppe di avanguardia”.I parrucchieri, ad oggi, si stanno premunendo di mascherine monouso di face shield mask (anche dette maschere da saldatura) e saranno utilizzati in ingenti quantità: gel disinfettanti, guanti da apporre per il personale e per le clienti. Quest’ultime dovranno indossare inoltre kimono, mantellina e asciugamano monouso, vedranno sanificata la postazione di lavoro ad ogni nuova entrata e noteranno in alcuni casi, nei saloni più esigenti, la presenza di nuovi dipositivi di sterilizzazione (al momento non c’e’ nessun obbligo di legge) per spazzole, pettini &co.

Per quel che riguarda altri tipi di protezione o di distanzazione, come ad esempio dei pannelli di plexiglass da apporre per separare postazioni e lavaggi, ad oggi rappresentano una soluzione casareccia, anche se efficace, ma di cui nessuna legge attuale parla o incentiva l’uso per la categoria. Di certo c’e’ che le istituzioni si erano dimenticate di noi ad inizio pandemia, tra le ultime chiusure adeco, e continuano a non concertare sulle disposizioni a noi rivolte per la fase2.Sappiate che tutta la categoria sente nostalgia e non vede l’ora di poter ricominciare a prendersi cura di voi”.