Un’analisi delle acque reflue delle province di Milano e Monza Brianza ha permesso di individuare tracce di RNA del coronavirus responsabile della COVID-19. Il merito della scoperta va ai ricercatori dell’Istituto di ricerca sulle acqua Cnr-Irsa di Brugherio (Monza-Brianza) e del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell’Asst Fatebenefratelli-Sacco di Milano.
Una svolta nella gestione dell’emergenza
Il materiale virale rinvenuto nelle acque di scarico non è però pericoloso, anzi, può rivelarsi un’importante arma nella lotta contro l’epidemia, fungendo da indicatore-spia della presenza di nuovi focolai. Si ritiene che le tracce di Sars-CoV-2 analizzate provengano dalle deiezioni di individui infetti, ma non hanno più alcuna carica virale: è stato dimostrato che gli impianti di depurazione riescano ad annientare il virus, tanto che le acque a valle ne risultano prive. Sono però in corso ulteriori indagini preliminari, dalle quali è emerso che la vitalità del virus sia trascurabile ancora prima di raggiungere tali impianti, grazie alle condizioni sfavorevoli che il patogeno incontra all’esterno del corpo umano, come l’acidità e la temperatura dell’ambiente circostante.
Un nuovo approccio
L’importanza di questa scoperta risiede nella possibilità di adottare un approccio nuovo e più efficace per monitorare l’epidemia e verificare se i provvedimenti finora messi in atto abbiano raggiunto lo scopo. “La raccolta di informazioni sulla presenza e sul destino di questo nuovo virus nelle acque reflue potrebbe integrare l’attività di sorveglianza dell’infezione condotta” ha dichiarato Franco Salerno del Cnr-Irsa, esprimendo la volontà dei ricercatori di estendere il campionamento anche ad altri punti strategici della rete fognaria urbana. Non solo: attraverso l’analisi delle acqua di scarico, si potrebbe valutare in tempo reale l’efficacia delle politiche di distanziamento sociale e individuare nuovi focolai.
Riscontri simili anche a Roma
Anche l’Istituto superiore di Sanità ha condotto indagini a riguardo, estendendo la ricerca a Roma. Lo studio, coordinato dal gruppo di Giuseppina La Rosa del reparto di qualità dell’acqua e salute dell’Iss, ha selezionato 8 campioni raccolti a Milano tra il 3 e il 28 febbraio e a Roma tra il 31 marzo e il 2 aprile. Di questi, 2 delle rilevazioni milanesi e tutte quelle romane sono risultate positive a tracce di Sars-CoV-2. “Il risultato rafforza la prospettiva di usare il controllo delle acque di fognatura dei centri urbani come strumento non invasivo per rilevare precocemente la presenza di infezioni nella popolazione” ha affermato Luca Lucentini dell’Iss.
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