Il presidente della Lega Basket Umberto Gandini ha come obiettivo una ripartenza orientata verso l’alto. Non vuole che si abbassi ulteriormente il livello del campionato. Idee che si riflettono nelle dichiarazioni rilasciate al Corriere della Sera. Gandini nell’intervista tocca temi scottanti, vitali per rimettersi in carreggiata. Innanzitutto trova una possibile ipotesi quella di abbandonare il professionismo:
Forse è il momento di parlarne: spero che il ministro Spadafora lo valuti. Il basket paga un prezzo elevato a fronte dei pochi vantaggi che riceve dal professionismo”
Per il rientro in campo, poi, vede più plausibile una fase iniziale a porte chiuse. Con, però, una novità:
La ripresa a porte chiuse sarebbe gestibile solo per un periodo limitato: potremmo usarlo per una Supercoppa con cui celebrare i 50 anni della Lega. Il torneo sarebbe un precampionato centralizzato.
Gandini, più pay-tv che una Serie A in chiaro
Gandini dice la sua anche sul tema, forse, cardine per un reale ritorno ad alti livelli della Serie A. La mancanza di un cospicuo contratto televisivo:
In Italia non molti vedono la NBA in tv, ma tanti la conoscono. Non inseguo la tv in chiaro, sganciamoci da vecchi concetti. Il basket in chiaro crescerebbe in popolarità? Forse, ma questo è proselitismo: dubito che serva sul piano commerciale. Oggi chi paga è la pay-tv e la vera tv in chiaro è Facebook: aggancia i giovani, il nostro bersaglio”
E sul possibile rischio di collasso finanziario sentenzia così:
Non è vicino, ma se giocheremo a porte chiuse ci sarà un danno da 45 milioni che imporrà profonde riflessioni”
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