Nelle antiche rappresentazioni greche il momento culminante e scopo principale di una rappresentazione era la trasmissione catartica al pubblico, l’identificazione globale dello spettatore che riviveva se stesso attraverso l’opera. “Contagion” di Steven Soderbergh è spaventosamente attuale.
Il riflesso hollywoodiano della nostra realtà
Steven Soderbergh (“Sesso, bugie e videotape”, la trilogia “Ocean”), inguacchia un cast eccezionale Marion Cottilard, Kate Winslet, Jude Law, Matt Damon, Gwyneth Paltrow, Bryan Cranston, per supportare questo thriller scritto da Scott Z. Burns che oltrepassando impietosamente la linea tra realtà e finzione si rivela oggi alla visione totalmente sconvolgente. Le similitudini che ricalca passo passo l’opera con l’oggi ignobile che stiamo affrotando sono deprimenti se si pensa che quello è uno scenario estremo pensato e confezionato per sbigliettare.
Steven Soderbergh, enfant prodige, con la sua opera prima nel 1989 è subito Palma D’oro. Il più giovane ad ottenere ilprestigioso riconoscimento.
Beth Emhoff (Gwyneth Paltrow) tornata da un viaggio d’affari in Cina, accusa uno strano malore riconducubile all’influenza che, però, la porta rapidamente alla morte. Viene coniata, allora, una nuova malattia il MEV-1. La dottoressa Leonora Orantes (Marion Cotillard) scopre il ceppo del virus in un villaggio cinese scaturito da un’incrocio nocivotra pipistrelli e maiali. Il contagio, nel frattempo, si espande e l’unica salvezza è la scoperta e l’efficacia di un vaccino.
La visione di “Contagion” di Steven Soderbergh scaturirà, forse, quell’antico effetto catartico che aiuterebbe ad affrontare questi giorni confusi e bui. Restate a casa.
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