Plandemic è l’ennesimo video complottista che spunta nell’era del coronavirus. Notizie false, ricostruzioni sommarie, informazioni pericolose: fake news e social media sono un binomio che conosciamo bene, ma in tempo di pandemia diventa ancora più urgente una corretta informazione, per questo Facebook, Twitter e co corrono ai ripari rimuovendo i video dei complottisti.
Scoppia la polemica per il video complottista “Plandemic”
In queste ore i principali social network stanno cercando di rimuovere l’ennesimo video complottista diffuso sui social.
“Plandemic” è il titolo del video-documentario pieno di disinformazioni riguardante l’origine del coronavirus e sulla sua modalità di trasmissione.
Secondo quanto riportato dalla BBC, il video di 26 minuti è apparso per la prima volta all’inizio di questa settimana e in poco tempo ha raggiunto milioni di visualizzazioni su YouTube, Facebook, Twitter e sugli altri social. Il video è un estratto di un futuro documentario ed esorta gli utenti a scaricarlo direttamente e a ripubblicarlo altrove, “nel tentativo di aggirare i gatekeeper della libertà di parola“.
Nonostante le piattaforme social stiano cercando di rimuoverlo, Plandemic continua a riapparire sulle bacheche degli utenti.
Plandemic, il video che piace ai complottisti
In Plandemic si sostiene che il coronavirus sia stato creato in laboratorio per trarre profitto dal vaccino. Nel docu-fake complottista si dice anche che l’uso di maschere e guanti sia dannoso per le persone e che il numero dei morti venga falsificato, al fine di esercitare un maggiore controllo sulla popolazione. Ovviamente niente di tutto ciò è supportato dal parere degli esperti.
Il video complottista nonostante venga ripetutamente rimosso, continua a spuntare sul web. Il motivo riguarda anche la modalità con cui i social rimuovono i contenuti dalle loro piattaforme: YouTube e Facebook, per esempio, eliminano i contenuti utilizzando una combinazione di tecnologia di machine learning e un team di fact-checker, ma non sono perfetti al 100%.
L’idea che il coronavirus non sia frutto di esperimenti da laboratorio non convince i complottisti, ma ci sono anche “scettici” illustri. Il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha più volte puntato il dito contro Pechino e anche Mike Pompeo, Segretario di Stato degli USA, ha rilasciato un’intervista in cui sostiene che il virus provenga dal laboratorio cinese di Whuan, nonostante Antony Fauci, uno dei massimi esperti di malattie infettive e consulente di Trump, abbia smentito tale ipotesi. “Non ci sono evidenze scientifiche per sostenere che il virus provenga da un laboratorio cinese” ha dichiarato Fauci durante un’intervista.
Fake news ai tempi del coronavirus: chi le diffonde sui social?
Dalla diffusione del coronavirus tramite le antenne del 5G al latte per proteggersi dall’infezione: sui social media le bufale corrono veloci.
Ma chi diffonde sul web le fake news? Non sempre sono degli oscuri smanettoni dietro a un pc, spesso anche i leader politici si mettono d’impegno. Proprio pochi giorni fa la BBC ha stilato una classifica sui politici che più di tutti gli altri, nel corso della pandemia, hanno diffuso delle bufale. Donald Trump, Jair Bolsonaro e Matteo Salvini sono i tre leader che si sono aggiudicati il (triste) record.
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