App Immuni: come funziona e in che modo tutela la privacy

App Immuni, contact tracing- Fonte: Web

Immuni è da oggi attiva in tutta Italia. Dopo essere stata oggetto di sperimentazione in sole quattro regioni (Marche, Liguria, Abruzzo e Puglia) è ora pronta all’utilizzo nell’intera Nazione. Nonostante l’App Immuni sia uno strumento incluso nel piano del Governo per il monitoraggio e il contenimento del Coronavirus, numerose sono ancora le perplessità degli italiani legate alla questione della privacy. Gran parte della popolazione, stando agli ultimi sondaggi, non ha intenzione di scaricare l’App proprio per motivi di riservatezza. Questo desiderio di non diffondere i propri dati personali, per quanto legittimo, si rivela piuttosto contraddittorio in una società iperconnessa come la nostra. Sembriamo infatti dimenticarci che quotidianamente permettiamo ad internet o ai social network di immagazzinare ed utilizzare i nostri dati personali, il più delle volte forse inconsciamente. Per ora 2 milioni e 200mila italiani hanno già scaricato Immuni spontaneamente, ma solo nei prossimi giorni si potrà valutare il reale riscontro.

Cos’è Immuni

Cerchiamo di capire innanzitutto di cosa si tratta. Questa nuova proposta è stata annunciata dal Governo ed è un’iniziativa volta a frenare la diffusione del virus. Si chiama “Immuni” ed è un’applicazione scaricabile su smartphone, che permette di combattere con la tecnologia l’epidemia del COVID-19. Non è obbligatorio installarla, ma perchè l’App sia funzionale è fortemente necessario che almeno il 60% della popolazione la installi. Ad essersi aggiudicata il progetto è stata la società Bending Spoons Spa, una PMI Innovativa che dal 2013 si occupa di sviluppare software. In questo caso, come ha affermato l’amministratore delegato Luca Ferrari, la licenza del software verrà concessa a titolo gratuito alla presidenza del Consiglio dei Ministri e verrà migliorata e aggiornata costantemente, sempre senza alcun guadagno da parte dell’azienda.

Come scaricare l’App

Per scaricare Immuni basta collegarsi agli store ufficiali del proprio dispositivo: il Play Store per Android e lo store di Apple per gli iPhone. Potrebbero esserci momentaneamente difficoltà per coloro che possiedono uno smartphone Huawei, poiché si sta ancora lavorando per rendere Immuni disponibile anche su AppGallery. Una volta scaricata l’applicazione, si potrà effettuare in forma del tutto anonima la registrazione, possibile per i maggiori di 14 anni. La configurazione è molto semplice, infatti dopo aver letto brevemente funzioni e info sulla privacy, si dovrà manualmente selezionare regione e provincia di appartenenza. Con la scritta “Servizio Attivo” l’applicazione è ufficialmente in funzione e lo rimarrà finché l’utente non provvederà a disattivarla. Saranno da questo momento abilitate le notifiche relative all’esposizione del virus. Come segnalato dall’applicazione di deve assolutamente diffidare da qualsiasi altro tipo di comunicazione che sia esterna all’App stessa, quindi SMS, mail e altri messaggi che chiedono informazioni personali.

Il meccanismo di contact tracing

Ci chiediamo a questo punto quale sia il meccanismo di funzionamento dell’App Immuni ed in che modo essa intenda tutelare la privacy degli utenti. E’ fondamentale infatti fare chiarezza sul tipo di destino e utilizzo dei dati che milioni di persone forniranno ad essa. Il modello sviluppato prevede che un codice anonimo generato con crittografia identifichi ogni iscritto. In questo modo, a partire dal codice, non si potrà mai risalire ai soggetti. Il tracciamento non avverrà inoltre tramite GPS ma tramite un meccanismo Bluetooth Low Energy. Due persone quindi, incrociandosi ad una determinata distanza, si scambiano automaticamente il rispettivo codice identificativo. Una notifica visualizzabile direttamente sui singoli dispositivi potrà avvisare se si è venuti a contatto con una persona risultata positiva al test per il Coronavirus.

Cosa fare se si è positivi o se si riceve una notifica di allarme

Un soggetto che risulta positivo al Covid-19, può decidere se comunicare all’operatore sanitario il proprio codice identificativo, permettendo di avvisare gli utenti con cui ha avuto un contatto ravvicinato in precedenza. Il paziente positivo dunque non è obbligato, ma è libero di scegliere se inviare una notifica di allerta ai suoi contatti, mantenendo l’anonimato. A questo punto l’ATS deve svolgere l’inchiesta epidemiologica e considerare i suoi contatti recenti come soggetti a rischio. Questa procedura, eseguita necessariamente con l’ausilio di un operatore sanitario, è detta procedura di sblocco.

Una volta che il sistema invia una notifica alle App di tutti i contatti individuati, specificando il giorno del presunto contatto, li invita a rivolgersi al proprio medico di medicina generale o pediatra di libera scelta. La prima indicazione per chi riceve l’allarme è infatti sempre quella di contattare il proprio Medico per essere guidati nei passi successivi e fare tutti gli accertamenti del caso.

App Immuni: Privacy e trattamento dei dati personali

L’App non raccoglie e non è in grado di ottenere alcun dato identificativo dell’utente, quali nome, cognome, data di nascita, indirizzo, numero di telefono o indirizzo email. Immuni riesce quindi a determinare che un contatto fra due utenti è avvenuto, ma non chi siano i due utenti o dove si siano incontrati. La tutela della privacy è una priorità per Immuni che si impegna, come scritto sul sito web, a proteggere i dati degli utenti. L’App infatti oltre a non immagazzinare dati identificativi, non raccoglie dati di geolocalizzazione, poiché non utilizza il GPS per tracciare gli spostamenti. Inoltre i dati salvati sullo smartphone sono salvati in forma criptata e sono inaccessibili. Verranno cancellati quando non saranno più necessari, in ogni caso entro e non oltre il 31 dicembre 2020. Il Ministero della Salute si occupa di raccogliere i dati e di utilizzarli solo a scopo di ricerca scientifica o per il contenimento del virus. Infine è bene sapere che i dati sono salvati unicamente su server in Italia.

Installare ed utilizzare Immuni sembrerebbe piuttosto semplice, ma motivazioni connesse proprio alla privacy sembrano frenare gli italiani dal volerla scaricare. La normativa sul trattamento dei dati personali è tuttavia molto chiara: “In nessun caso i tuoi dati verranno venduti o usati per qualsivoglia scopo commerciale, inclusa la profilazione a fini pubblicitari. Il progetto non ha alcun fine di lucro, ma nasce unicamente per aiutare a far fronte all’epidemia“. Il rischio dunque di un oltraggio alla privacy sembrerebbe pressoché nullo. Immuni invita gli utenti a riporre la propria fiducia in questo strumento, che sembrerebbe molto meno invasivo rispetto a qualunque sito internet o social network ormai ampiamente utilizzato dalla popolazione.

Perchè è importante scaricare l’applicazione

L’utilizzo di Immuni ha già dato i primi risultati di funzionamento in Liguria. Si è infatti verificato lo sblocco dei primi tre codici dell’App su tre soggetti trovati positivi. L’applicazione, se utilizzata nel modo corretto e dalla maggior parte degli italiani, permette di avvertire rapidamente gli utenti che sono stati in prossimità di un utente contagioso. Il contatto che ricevere l’allarme può dunque isolarsi e contattare il proprio medico, prendendo tutte le precauzioni del caso. Tutto questo è di fondamentale importanza per minimizzare il numero di contagi e assicurarsi che gli utenti possano ricevere le giuste attenzioni mediche il prima possibile.

Il premier Giuseppe Conte rassicura “Potete scaricare Immuni con sicurezza, serenità e tranquillità, perché tutela la privacy, ha una disciplina molto rigorosa, non invade gli spazi privati“.