Nato in India il 25 giugno 1903, George Orwell cresce in Inghilterra, dove si sviluppano la sua formazione culturale e i suoi interessi politico-sociali. Il giorno dell’anniversario della sua nascita, Metropolitan Magazine ricorda l’autore attraverso le opere che lo hanno reso celebre: 1984 e La fattoria degli animali.
Il pensiero di Orwell
Dopo aver intrapreso gli studi presso il college di St Cyprian a Eastbourne, li conclude infine al prestigioso Eton College. Quegli anni sono complicati per lo scrittore tanto da condurlo alla stesura del primo componimento autobiografico: Such, Such Were the Joys (1947). Inizia, così, a maturare un forte disagio e sofferenza dovuti all’opprimente importanza che la società contemporanea dava allo status sociale: l’atteggiamento dei compagni e degli stessi professori, che lo trattavano con aria di superiorità, lo porta ad isolarsi. Si insinua, quindi, nel pensiero del giovane, la necessità di riscattare i più deboli, di dar loro voce.
Trascorso un periodo in Birmania, Orwell torna a Londra, dove continua a coltivare i suoi interessi sociali. Decide, dunque, di portare avanti un esperimento che gli avrebbe permesso di poter scrivere in modo più realistico dei problemi affrontati dalle classi più povere. Indossa abiti usati e vive nei quartieri più malfamati della città: riesce, così, pienamente ad immedesimarsi con i “reietti”, gli esclusi.
George Orwell e La fattoria degli animali
L’opera che, per prima, lo rende conosciuto in tutto il mondo arriva nel 1944, contemporaneamente alla sua collaborazione con la BBC e, poi, con Il Tribune. La fattoria degli animali assume il valore di feroce satira nei confronti del totalitarismo di Stalin; si riferisce, inoltre, agli avvenimenti legati alla Guerra Civile in Spagna a cui, tra l’altro, lo stesso Orwell partecipa, e alla Seconda Guerra Mondiale.
Una “favola” dalle forti tematiche antitotalitarie
Protagonisti del romanzo sono, appunto, gli animali di una fattoria che, per via dell’oppressione dei loro padroni umani, decidono di ribellarsi. Promuovono così un sistema egualitario in cui nessun animale debba sentirsi inferiore agli “esseri con due gambe”, ritenuti malvagi.
”Tutti gli animali sono eguali.”
Ogni personaggio del racconto, ogni situazione ricordano personalità del tempo e vicende che si andavano insinuando nella realtà contemporanea. Benché, infatti, la nuova fattoria prosperi nella giustizia e nel benessere, in un secondo momento, tutto degenera. La classe dirigente, occupata da Napoleon e dai maiali, inizia ad assumere atteggiamenti umani, fino a rispecchiarsi completamente con essi. Ormai alleati, maiali e uomini chiudono la sera ubriacandosi, giocando a carte e litigando per i punti. Non si distinguono più gli uni dagli altri. La possibilità, dunque, di crescita sociale e di libertà si era rivelata illusoria. Gli altri animali della fattoria, dal ventre vuoto, non possono che accettare questa nuova condizione che sembra ripetere la precedente: l’arroganza di potere continua ad avere il sopravvento.
George Orwell e 1984
George Orwell oggi è conosciuto soprattutto per un altro romanzo, 1984, pubblicato nel 1950, pochi mesi prima della morte dell’autore stesso. L’opera, che si configura come strettamente in linea con La fattoria degli animali, di cui approfondisce e sviluppa le tematiche sociali, ha da subito un incredibile successo. La narrazione, ambientata in un futuro ideale, si concentra su un Inghilterra regnata da un regime totalitario.
La necessità di ribellarsi a una condizione opprimente
La Londra del 1984, descritta dallo scrittore, è la capitale di una società totalitaria, intenta a soffocare ogni forma di libertà e opinione dei cittadini. Anche in questo romanzo, come nel precedente, i personaggi assumono l’aspetto dei “tiranni” di quel tempo: lo stesso portavoce del Partito a capo del regime, il Grande Fratello, assume le sembianze di uno Stalin o di un Hitler.
Il protagonista è Winston Smith, un giornalista che, resosi conto del fatto che il popolo rischia di restare vittima di un sistema che lo controlla continuamente e che lo manipola -sfruttando la sua ignoranza- decide di ribellarsi. La narrazione segue, dunque, le vicende percorrendo attimi della vita dello stesso Winston che si erge a modello che tutti dovranno seguire per poter preservare la propria individualità.
Finché non diverranno coscienti della loro forza, non si ribelleranno e, finché non si ribelleranno, non diverranno coscienti della loro forza.
Orwell e le sue opere: la polemica politico-sociale
Attraverso i suoi più grandi componimenti, George Orwell ha cercato di ribellarsi, spingendo il mondo intero a farlo, contro i regimi che andavano dilagando nell’Europa della prima metà del ‘900. Se da un lato, infatti, La fattoria degli animali anticipa la critica ai poteri totalitari, la mistificazione e la deformazione della realtà da parte della compagine politica e i rischi per le libertà individuali che il soggetto corre nell’età contemporanea, è in 1984 che sviluppa e affronta in modo più approfondito tali problematiche.
Martina Pipitone