Benvenuti nella nostra rubrica di narrativa StoryLine. In occasione dell’anniversario del famoso ufo crash del New Mexico del 1947 abbiamo deciso di dedicare il nostro racconto a questo evento avvenuto a Roswell. Abbiamo infine strizzato l’occhio a “Ritorno al futuro” che usci per la prima volta nelle sale cinematografiche il 3 luglio 1985. Abbiamo infine omaggiato con uno dei nostri personaggi il compianto Marlon Brando scomparso il primo luglio del 2004.

Roswell, l’inzio


Che botta Marlon” dissi richiamando l’attenzione del pilota, “dove siamo?”. Sempre a Roswell ma nel 2 luglio 1947, Martin, in una maledetta estate calda del New Mexico”, rispose Marlon togliendosi l’imbracatura da pilota e leggendo il contatore spazio temporale della navetta. “Ric”, ripresi respirando lentamente per riprendermi dall’urto. La nostra navetta era completamente distrutta tranne che per la parte centrale. “Ric”, continuai. “Non può sentirti”, rispose Marlon girando la testa insanguinata del povero Ric, “è morto”. “Maledizione”, dissi sbattendo i pugni su miei comandi, “Doc Johnson ci aveva detto che saremmo tornati indietro solo di qualche anno invece siamo ritornati indietro di 100 anni e ora non possiamo tornare a casa”. Cercai in qualche modo di rialzarmi ed aprire il portello ma avevo una gamba rotta che me lo impediva. Poi uno strano rumore cominciò a colpire le nostre orecchie, un rumore sconosciuto nei nostri tempi vegani. Si trattava di un campanaccio da mucche. “Mio padre sarebbe impazzito per una bella bistecca di carne”, rise Marlon. “Forse ci sono degli allevatori, potrebbero darci una mano”, affermai fiduciosamente. “Sei impazzito”, urlò Marlon con lo poco fiato che gli restava, “ti prenderanno per pazzo svitato e nessuno ti crederà mai”. “Nemmeno se è per il loro bene”, ribattei. Poi improvvisamente la nostra conversazione fu interrotta da un rumore di passi in avvvicinamento

Abbiamo dedicato questo numero di StoryLine all'ufo crash di Roswell
Siamo i migliori piloti dell’Area 51, questa immagine come quella di copertina è stata realizzata dal pittore Sergio Totaro

L’area 51


Willy sta attento non avvicinarti”, urlò una voce femminile in lontananza. Notai un uomo sulla cinquantina e una torcia elettrica puntata nel nostro vetro. “Sta zitto non ti crederanno mai”, mi intimò Marlon che cercava di non fare il minimo rumore. “Non ti preoccupare Elen”, ribattè Willy, “prendo solo alcuni di questi frammenti poi lascio che se ne occupi George”. Una parte di me avrebbe voluto urlare aiuto ma il forte dolore alla gamba me lo impedì. “Se ne è andato”, sussurrò Marlon, “ora provo a chiamare a casa”. Pregai ansiosamente che qualcuno rispondesse. “Niente maledizione su questa navetta non funziona niente”, si lamentò, “Martin dovevamo dire a Doc di andarsene da solo in viaggio, ora siamo bloccati qui”. “Non potevamo rifiutarci”, dissi a Marlon, “era un ordine del governo , dovevamo avvisarli, siamo i migliori piloti in circolazione dell’Area 51”. “Andassero a quel paese loro e gli ordini, vorrei morire nel mio letto non bloccato nel passato”, sentenziò Marlon. “Forse non moriremo, forse abbiamo fatto bene, possiamo avvisarli prima che arrivino, prima che sia troppo tardi”, replicai. Poi arrivò il rumore di mezzi pesanti a preannunciare l’arrivo di un drappello di militari che stavano ispezionando la zona. Sentito”, disse Marlon rantolando quasi soddisfatto, “parlano di un presunto ufo crash che dovrà essere fatto passare per la caduta di un pallone sonda”. Non ebbe tempo di finire la frase che io rimasi da solo cominciando a partire con la navicella dei miei pensieri.

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Il mio casco nascondeva tutto, immagine realizzata dal pittore Sergio Totaro

Gli uomini sono alieni per la terra


Volevo urlare con tutte le mie forze ma era impossibile visto che il mio corpo si stava intorpidendo. Prima di svenire mi ricordai quanto detto da Doc: “Dovete dirglielo che la terra si sta ribellando alla ricerca di una libertà persa da secoli e scagliando addosso all’uomo che l’ha distrutta per i suoi scopi malattie e calamità fino all’attuale insostenibile situazione di oggi”. Ero spaventato ma lui mi incoraggiò dicendo “non abbiate paura, ci rivedremo nel futuro”. Sorrisi anche se il mio casco nascondeva tutto mentre alcune braccia mi portavano fuori . Cercai di mostrargli il mio volto per dirgli sono un uomo, sono come voi. Poi qualcuno al mio fianco disse, “brutta storia questo ufo crash, la gente ne sarà terrorizzata sapendo che gli alieni esistono. Noi però impediremo tutto, specie ora che il mondo si sta riprendendo dalla guerra e si sta lentamente industrializzando. Poi il terrore getterebbe forte imbarazzo sulla migliore economia del mondo”. Allora capii che forse il problema non fossero alcune decisioni sbagliate da cambiare come voleva farci credere Doc ma l’uomo stesso. L’uomo cercava disperatamente alieni conquistatori a cui dare la colpa di una probabile fine ma non aveva capito. Assetato di soldi e potere, non aveva capito che per il mondo in cui viveva e che stava lentamente distruggendo era lui l’alieno.