Artemisia Gentileschi è la donna raffigurata dal Doodle di Google di oggi 8 luglio 2020. Chi era Artemisia, pittrice italiana vittima di stupro e torture?

Oggi Google vuole rendere omaggio a Artemisia Gentileschi nel giorno del suo compleanno, al fine di far conoscere la sua storia. Nata a Roma nel 1593 era figlia di Orazio, pittore e amico del grande Caravaggio.

Sin da bambina è affascinata dal mondo della pittura tanto che studia le tecniche per seguire le orme del padre.  A 17 anni esce la sua prima opera “Susanna e i vecchioni” con un’impronta indelebile che riporta a Caravaggio e il suo genio indiscusso.

Le vicende di Artemisia Gentileschi, stupro e torture

Nonostante il suo grande successo e la voglia di emergere, Artemisia viene sconvolta da un evento che le cambierà il corso della vita: un pittore e amico del padre la stupra a 18 anni. Lei armata di tanto coraggio e insieme alla forza e aiuto del padre, denunciano il fatto a testa alta: durante il processo, però, propongono un matrimonio riparatore ma lo stupratore è già sposato.

L’uomo è anche accusato di furto in merito ai quadri del padre di Artemisia. Durante il processo Artemisia viene torturata, con le mani legate a delle corde, tanto che avrebbe potuto perderne l’uso, e delle viti a testa piatta. Nonostante i dolori, la vergogna e la tortura la pittrice va avanti e non cambia la sua deposizione.

Nessuno purtroppo le crede e tutti le girano le spalle, considerandola una poco di buono. Artemisia subito dopo lascia Roma e sposa un artista fiorentino: la sua vita a Firenze sembra riprendere ma è a Napoli che il suo successo finalmente arriva.

Google oggi la mette in vetrina con il suo Doodle per ricordare la forza e il coraggio di questa donna, Artemisia Gentileschi, che non si è fermata dinanzi a nulla.