Era il 14 Luglio del 1982 quando all’Empire di Leicester Square di Londra, veniva mostrata la premiere del film “Pink Floyd The Wall” diretto dal regista Alan Parker. Si trattava della trasposizione cinematografica del fortunato concept album dei Pink Floyd, The Wall, pubblicato nel 1979.

Trentotto anni dopo, il distopico lungometraggio di novanta minuti, ci racconta le contraddizioni e i limiti di una società fondata sulla demarcazione di confini e da quei maledetti muri di ieri e di oggi.

Pink Floyd The Wall
Pink Floyd The Wall – Photo Credits: web

Pink Floyd The Wall: la trama del film

Il film Pink Floyd The Wall narra dell’esperienza di Roger Waters, cantautore e polistrumentista dei Pink Floyd. Il protagonista del film, Pink, interpretato da Bob Geldof, è infatti colui che più assomiglia al fondatore della band britannica. Devastato dall’abuso di droghe, Pink ripercorre alcuni momenti traumatici della sua infanzia come la perdita del padre, morto durante la seconda guerra mondiale. Troviamo le figure della madre iperprotettiva e dell’autoritario maestro di scuola. Quest’ultimo è sempre pronto a far rigare dritto i suoi studenti trattandoli come se fossero mattoncini uguali da dare in pasto al sistema.

Dopo la sua infanzia, Pink cresce e si sposa con una donna che più tardi lo tradirà. Durante il film, sono tanti i riferimenti alla vita sballata di una rockstar. Uno di quelli è certamente il rapporto con i fans e le groupies disposte a tutto pur di andare a letto con il proprio mito. Tutti questi traumi, avvolgono Pink in una follia senza controllo ed erigono attorno a lui un muro psicologico che lo tiene alienato dal mondo.

I martelli, simbolo del sistema dittatoriale
I martelli, simbolo del sistema dittatoriale – Photo Credits: web

Ritrovato in condizioni pessime dal suo entourage, viene portato lontano da casa per rimetterlo in sesto e trasformarlo in una sorta di dittatore. Egli esercita il controllo sulle masse. Come spesso accade a chi è stato tradito e maltrattato, Pink raggiunge il vertice del sistema di cui era stato vittima. Si rasa le sopracciglia come voler cancellare ogni riferimento al suo passato. Non mostra un filo di emozione dal suo volto, i suoi soldati diventano i violentatori del popolo, arrivando perfino ad uccidere chi si permette opporsi. Dopo un concerto dalle sembianze di una parata nazista, Pink è definitivamente stravolto da questa esperienza.

Autosupponendosi ad un processo simile ad un grande esame di coscienza,si fa condannare da tutti i personaggi che più hanno influito nella sua vita. Il muro è caduto. I bambini non costruiranno più blocchi di mattoni per innalzare divisioni, ma strade dove chiunque può camminare e scoprire cosa c’è là fuori.

I muri di ieri e quelli di oggi

Nel film troviamo applicate diverse metafore che ancora oggi pervadono l’immaginario collettivo della nostra società. Grazie alle animazioni di Gerard Scarfe e alle musiche dell’album omonino, possiamo evidenziare aspetti dei nostri tempi in un musical drammatico dalle ambientazioni cupe. La paura del diverso è ancora presente nelle viscere dei paesi europei. La costante sfiducia verso i rappresentati istituzionali della terra, provoca nei popoli una ribellione ed una rabbia incontrollata, soffocata di frequente con azioni violente da parte dei governi.

Oggi la libertà è sempre più in pericolo, e ce ne accorgiamo tutti i giorni. In più, l’arrendevole convenienza ad impersonificarsi cittadini amalgamati e uguali a tutti gli altri, ci ha portato in un contesto dove chi si illumina di una luce diversa è considerato un reietto da abbattere prima che faccia irrimediabili danni alla morale, all’etica, ai costumi e alle regole ufficiali della società. Sono tutti muri, protezioni invisibili o meno che, in silenzio, soffocano ogni istinto umano di miglioramento e di incontro e dialogo pacifico con il prossimo.

Il trailer del film con le animazioni di George Scarfe – Video Youtube

Quello che il film e l’intero componimento artistico e musicale ci suggerisce di vedere con i nostri occhi è proprio come, ancora oggi, ritroviamo quei tutori dell’educazione, dell’ordine costituito e dell’agire freddo e cinico, in tutte le situazioni della nostra vita. L’invito è quindi di andare oltre a questi muri ideologici. Abbatterli e reinventare strade alternative per evitare di trasformare il nostro pensiero in poltiglia modellabile a piacimento.

Questo film andrebbe fatto vedere agli studenti, non solo universitari, perchè proprio a loro il sistema e la società si rivolgere nel futuro prossimo. E proprio loro saranno i protagonisti di un mondo nuovo. Un mondo che in questi anni si sta trasformando in un qualcosa sempre più difficile da spiegare.


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