Eugenio Finardi, è un musicista e cantautore poliedrico. Un artista da sempre molto legato alle sue radici rock, un fine autore di testi significativi per la musica italiana.
Ripercorrendo la sua carriera, fatta di canzoni e suoni, non possiamo dimenticarci del suo più grande successo. Finardi, con la canzone “Extraterrestre” è stato consacrato al grande pubblico, rendendolo un’icona della musica italiana.
Eugenio Finardi è l’artista italiano che più rappresenta gli istinti e la ribellione di una generazione passata. I meravigliosi anni ’70 e ’80, infatti, sono stati molto proficui per il cantautore milanese. Anni in cui molti artisti e cantautori italiani, hanno potuto manifestare le proprie idee in musica, lasciandoci in eredità autentiche pietre miliare della musica contemporanea. Proprio negli anni ’70, la carriera di Finardi inizia il suo percorso, lasciando nello stesso tempo un’impronta importante nella discografia italiana.
Prima in gruppi come i Tiger e poi da solista (grazie al supporto della casa discografica Numero Uno di Mogol e Lucio Battisti), Finardi si distingue per il suo stile irriverente e per la voglia di fare un tipo di musica che vada controtendenza. Sono gli anni in cui l’Italia scopre gli eredi della scuola di Genova, ovvero i cantautori alla Gino Paoli, Luigi Tenco e Bruno Lauzi. L’industria musicale si concentra in quel di Milano, dove nei locali dei Navigli si aggirano Ivano Fossati, il romagnolo Vasco Rossi, Alberto Camerini e Roberto Vecchioni.
Eugenio Finardi ed “Extraterrestre”
Il successo arriva con Sugo, disco contenenente canzoni come La radio e soprattutto Musica Ribelle. Si conferma nel 1977 con l’album Diesel, ritenuto ancora oggi uno dei suoi migliori lavori. Con Blitz, nasce una canzone immortale che ci capita spesso di cantare, ovvero “Extraterrestre”. La canzone parla di come è possibile realizzare i propri sogni, grazie alla figura di un alieno che, “venendoci a prendere“, può cambiare la nostra vita in meglio. La felicità, però, non la si trova facilmente aspettando un miracolo. Lo stesso cantautore ci suggerisce che gli unici in grado di renderci felici siamo e saremo soltanto noi.
Nel 1985 con Vorrei svegliarti, che anticipa l’album Colpi di fulmine, si sentono le prime melodie di un Eugenio Finardi molto vicino alla musica jazz. Per via di alcuni contrasti con l’industria musicale italiana dell’epoca, decide però in questi anni di trasferirsi negli Stati Uniti. Sul finire del decennio, Eugenio si dedica a canzoni impegnante su temi come la contestazione giovanile e la droga.
Tornato in Italia, Eugenio Finardi decide di dedicarsi solo alla musica alternativa, inserendosi in progetti di nicchia. Partecipa a Sanremo nel 2012 con il brano “E tu lo chiami Dio“, anche se la sua carriera è ormai fuori dal giro buono. All’alba dei suoi sessantotto anni, Eugenio Finardi è un artista rispettato in tutto il mondo. Nel 2018 ha lanciato un progetto teatrale, Finardimente, con parole e musica.
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