Valeria Cagnina, classe 2001. Ad 11 anni costruisce il suo primo robot con Arduino, adesso a 19 è fra i 100under30 di Forbes Italia. Niente è impossibile è il suo motto, e lo ha dimostrato sviluppando una rapidissima carriera. Conosciamola meglio!

Valeria Cagnina credits: Valeria Cagnina
Valeria Cagnina credits: Valeria Cagnina

Tutto è cominciato per gioco

Comincia davvero per gioco: ad 11 anni partecipa ad un incontro al CoderDojo di Milano, e rimane incantata da una pianta artificiale realizzata con Arduino. La sua meraviglia è talmente grande che chiede ai genitori un kit starter in regalo. Naviga su Youtube per trovare tutorial e comincia nella sua cameretta ad assemblare e codificare.

A 14 anni è sul palco del TedxMilanoWomen nei panni di Digital Champion (la più giovane d’Europa!) e racconta la sua storia:

Partecipa inoltre alla RomeCup 2016, una gara nazionale di robotica, ed arriva in finale. E’ speaker al CNR di Pisa e al Senato.

Una quindicenne al MIT

Ha un desiderio: visitare il MIT di Boston. Naviga, si informa, invia mail, si attiva autonomamente per realizzare il suo sogno ed alla fine riesce ad andare accompagnata dalla sua famiglia, e pochi mesi dopo partecipa ad un summer camp. L’estate dei suoi 15 anni diventerà fulcro della sua carriera.

Valeria Cagnina a Boston. credits: Valeria Cagnina
Al MIT di Boston. credits: Valeria Cagnina

A 17 fonda la sua azienda OFFpassiON, insieme al 25enne Francesco Baldassarre: una scuola dedicata alle STEM ad Alessandria, una scuola pratica, dove non si parla di lezioni e studenti, ma di incontri e dreamers. Dreamers che vanno dai bambini di 3 anni, non ancora alfabetizzati ai nonni, passando per i teens e per i docenti, dopo l’accreditamento della sua azienda al MIUR come ente di formazione. Insegnano a costruire robot in poche ore, o ad andare in profondità con cicli di lezioni, portano i docenti nel mondo della robotica e organizzano seminari di team building con le aziende.

Ma mentre insegna, Valeria è ancora lei stessa studentessa, ed è costretta a lasciare l’istituto tecnico industriale Alessandro Volta di Alessandria davanti ad un’opposizione del corpo docenti: o abbandona tutte le sue attività, o non potrà accedere alla quinta nonostante gli ottimi voti. Le assenza sono troppe.

credits: Valeria Cagnina
credits: Valeria Cagnina

Valeria non ci sta, non vuole abbandonare le sue passioni, la sua impresa nascente ed i suoi viaggi: si ritira. Si presenta come privatista l’anno successivo in un’altra scuola. Ma nel frattempo, alla fine della quarta, supera l’ammissione al Politecnico di Milano, dove sta attualmente studiando.

Niente è impossibile! 
Con determinazione, impegno, fatica e duro lavoro si arriva dove si vuole: solo sul dizionario successo viene prima di sudore!

Valeria Cagnina come fonte di ispirazione

Perché vi parliamo di Valeria? Perché possiamo finalmente scrivere studentessa italiana e STEM nella stessa frase senza temere l’ossimoro!

Le ragazze in massa stanno scoprendo la scienza. Abbiamo libri che stimolano le bambine a pensarsi in ruoli diversi da quelli a cui sono state educate le generazioni precedenti, abbiamo nuovi giochi scientifici gender free, abbiamo tutorial su Youtube e nuovi modelli. Coding, robotica e laboratori di scienze non sono più appannaggio solo dei maschietti. Valeria mostra alle bambine che il campo della robotica è accessibile anche a loro, cosi’ come Samantha Cristoforetti si fa portavoce per l’astrofisica.

E le ragazze rispondono! Il rapporto “gender gap nelle lauree Stem” dimostra come il 17,71% delle studentesse frequenti un corso di laurea scientifico (a.a. 2017-2018). Se guardiamo al Sud, salgono al 19,2 %. Non sono tante, ma è un dato in forte crescita. Ci sono, non sono più mosche bianche. Anche l’età di approccio alle Stem si è abbassata. Microsoft ha presentato i dati della ricerca European Girls in STEM, realizzata in collaborazione con la London School of Economics: il primo interesse comincia attorno agli 11 anni.

Se infine guardiamo alle singole discipline, in Italia il 49,2% delle ragazze si dichiara interessanta in primis all’Informatica.

Ma al momento del lavoro, si perdono.

Solo il 6,4% delle donne lavora nell’ICT e il 13,3% in settori correlati all’ingegneria. C’è quindi ancora molto da fare, fornendo alle bambine corsi come Polimi for Kids, il ciclo di seminari STEM per bambini organizzato dal Politecnico di Milano durante la quarantena. E dando loro modelli, professioniste entusiaste come Valeria che possono influenzare positivamente le future studentesse.