Vitaliano Brancati è stato uno scrittore, sceneggiatore, drammaturgo e saggista italiano. Nacque il 25 luglio del 1907 in provincia di Siracusa, a Pachino. L’amore per la letteratura gli venne trasmesso dal padre, consigliere di prefettura. Proprio a causa del lavoro di quest’ultimo, il giovane Vitaliano fu soggetto a vari trasferimenti. Il più importante tra questi, quello a Catania. Il periodo siciliano fu fondamentale per la sua formazione nel campo letterario. Come autore, fu sempre alla ricerca di un perfetto equilibrio tra prosa e poesia, tra il classico e il moderno.
Vitaliano Brancati e la sua formazione letteraria
Si iscrisse presso la facoltà di lettere laureandosi nel 1929 con una tesi su Federico De Roberto. In questa epoca aderì al fascismo. Successivamente, a seguito del suo trasferimento a Roma, iniziò la sua professione di giornalista presso Il Tevere. Sempre nello stesso periodo, l’avvicinamento alla scrittura in prosa, mentre quello alla poesia era già avvenuto precedentemente.
L’opera in questione era “Singolare avventura di viaggio”. Il regime fascista, tuttavia, procedette al suo ritiro dalle librerie con l’accusa di immoralità. Brancati iniziò così ad allontanarsi da tale ideologia che aveva appunto sposato anni prima. Una volta tornato in Sicilia, iniziò la sua carriera come docente. In questo periodo alternò il soggiorno siciliano a quello romano e proprio a Roma divenne molto amico di Leo Longanesi.
Il matrimonio con Anna Proclemer e la stesura del romanzo “Il bell’Antonio”
Nel 1946 sposò Anna Proclemer che aveva conosciuto durante la rappresentazione teatrale di “Le trombe di Eustachio”, un suo scritto molto importante. Brancati rivestì, infatti, un ruolo molto importante anche in qualità di sceneggiatore teatrale e cinematografico. Dal suo celebre romanzo, “Il bell’Antonio” venne tratto l’omonimo film di successo interpretato da Marcello Mastroianni e da Claudia Cardinale.
Gli altri film tratti dalle sue sceneggiature
Dai suoi scritti, giunse per il cinema l’ispirazione per altri film come “La bella addormentata” (1943) di Luigi Chiarini, “Silenzio si gira!” (1944) di Carlo Campogalliani, “Gli anni facili” (1953) di Luigi Zampa, “L’uomo la bestia e la virtù” (1954) di Steno, “Dov’e la libertà” e “Viaggio in Italia” di Roberto Rossellini. Nel 1953 si separò dalla moglie Anna, alla quale dedicò l’opera letteraria dal titolo “Lettere da un matrimonio”.
Vitaliano Brancati e la sua tragica fine, per un probabile errore chirurgico
Morì il 25 settembre del 1954 a seguito delle complicazioni di un’operazione toracica eseguita da un famoso chirurgo, il professor Dogliotti, probabilmente per un errore. Brancati lasciò incompiuto il suo ultimo romanzo dal titolo “Paolo il caldo”. Si procedette comunque alla pubblicazione dell’opera nel 1955. Alberto Moravia ne scrisse la prefazione. Il romanzo ispirò l’omonimo film interpretato da Ornella Muti e Giancarlo Giannini.
Vitaliano Brancati fu nelle sue opere un moralista e attento osservatore della realtà che lo circondava. Non cadde mai nella trappola di muovere delle accuse agli altri. Si limitò piuttosto ad osservare e a formulare quanto mai attente riflessioni.
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