Se voleste essere catapultati dall’inferno al paradiso e poi di nuovo all’inferno, siete sulla strada giusta. Il viaggio è a dir poco entusiasmante, tra fiamme e temperature altissime, la coibentazione necessaria è dura da preservare. Il duo composto da Erik Truffaz e Murcof rispecchia il ruolo di Caronte, traghettatore di anime nell’inferno di Dante. Acheronte, il fiume navigato, è rappresentato dal loro album Being Human Being (essendo esseri umani) uscito nel novembre 2014 e prodotto dall’etichetta Mundo Recordings dello stesso trombettista Erik Truffaz. L’electro-jazz prodotto è di altissimo livello, una simbiosi perfetta che sfocia nello stato d’animo più salubre, malinconico e sereno allo stesso tempo accompagnando l’ascoltatore tra suoni densi di terrore ed altri di amore puro (un esempio lampante è la traccia Skin). I suoni elettronici generati dalla professionalità del messicano Murcof sono un mix di ambient, minimal, IDM (intelligence dance music).
Quest’ultimo aperto alla sperimentazione di vari stili musicali, vanta numerose collaborazioni tra cui Francesco Tristano (noto pianista), e con il regista Hugo Rodríguez con cui produce la colonna sonora del film Nicotina, La vita senza filtro (2003). Mentre i traghettatori ci accompagnano nel regno degli inferi si odono lamenti, ruggiti, prodotti dalla console di Fernando Corona (vero nome di Murcof), inducendo al pensiero di creature incatenate a cui facciamo scendere la bava dalle fauci.
Nel più buio delle tenebre si accende quel piccolo lume che ritrae in salvo almeno momentaneamente o per l’eternità, scegliete voi, scaturito dalla dolcezza del suono prodotto dalla tromba di Erik Truffaz. Noto jazzista contemporaneo svizzero, dona all’album quel momento di elevazione corporea e mentale da cui non ci si può sottrarre. The Eye ne è la prova. Un elisir di pace, contornato da una piccola speranza, con l’ausilio delle note nate dal più profondo respiro che regala una folata di vento a beneficio del nostro benessere. La malinconia prodotta dalla traccia Skin è disarmante. Quel violoncello solitario segna la decadenza del nostro esseri umani che, affiancato alla tromba del jazzista, accompagna quel pensiero lieve non sottomettendosi alla paura ed alla distopia.
Ma ecco che si riprende il viaggio negli inferi. Human being è un concentrato di adrenalina, dopo la vana speranza della salvezza, dopo l’illusione di incontrare la nostra Beatrice. I kick, ci fanno muovere il capo, facendoci avanzare al cospetto di Lucifero. I traghettatori ci annunciano al demonio, rabbrividendo all’incontro. Quel flanger che si inoltra dai toni bassi all’alto, lo squillo di tromba graffiante con cui farci rendere conto di una salvezza impossibile, gli accordi del piano suonato da Cerbero, felice della nostra presenza e pronto al pasto giornaliero consentito dal padrone. Le porte si aprono e giù nella gola profonda, senza essere mai stati umani.
Mattia Gargiulo