Il 6 agosto 1972, dopo 10 anni dall’ultima volta, il “Cavaliere Nero” trionfa nel PGA Championship. Era dal British Open del 1968 che Gary Player non sia aggiudicava un Major.
Gary Player è già nell’Olimpo del Grande Slam
Quando si parla di Major, il nome di Gary Player è sempre in prima fila. Nonostante ne abbia vinti nove, la metà del recordman Jack Nicklaus, dopo sole 29 partecipazioni è riuscito ad ottenere il Grande Slam nel 1965.
A 4 anni dall’ultimo successo in un Major Gary Player si impone nel PGA Championship, sul difficilissimo campo Oakland Hills Country Club in Michigan.
Partenza lenta e scorribanda
Gary chiude le prime due giornate a +2, entrambi i giri sono sopra par. È settimo a +3 dal leader Jerry Heard, unico a sconfiggere il campo di qualche colpo, solo lui è sotto par.
Prima del weekend tredici giocatori si stipano in 4 colpi. Le porte della stiva si aprono, come al solito, il terzo giorno.
Nel moving day chi corre di più è proprio Gary Player, il sudafricano chiude il giro con uno splendido -3. Sul ponte della nave però si sta troppo vicini: dieci giocatori in quattro colpi ma è il campo ad essere il vero “Mostro” (come lo definisce Ben Hogan), la strada verso il timone è ancora incerta.
“Il mio miglior colpo mai tirato”
L’ultimo giorno hanno tutti paura di cadere in acqua. Billy Casper, diretto inseguitore di Player, parte secondo e chiude il giro +4 sul par, +7 rispetto al giorno prima. Lo stesso Gary vacilla con un +5 rispetto alla corsa del giorno prima.
Dopo i bogey alla 14 e alla 15, si appaia in testa con Jim Jamieson. Alla 16 la barca s’inclina e il suo drive finisce a destra, dietro un albero altissimo con tanta acqua davanti al green, messo dietro ad un bunker. Il colpo è cieco, così come fortuna e talento, 150 yards e palla in asta. Putt, birdie, vittoria.
Il ponte della nave ha fatto scivolare tutti, ha domato la barca chi l’ha attraversata con meno lividi: il +1 di Gary Player gli consegna il suo 6° Major.
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