Dall’intuizione di un grande regista statunitense, Woody Allen, di ambientare in una Roma afosa e assolata il suo film, nasce To Rome with love. Il cui titolo è una dichiarazione d’amore, giurata e annunciata, che fa mettere piede ad un cast stellare, nella città “de Noantri”. Da Alec Baldwin, Ellen Page, Jesse Eisenberg, Judy Davis, Penelope Cruz, fino a Roberto Benigni, anche se in arrivo a pochi passi da casa.
Quattro le storie che s’intrecciano e si sviluppano in parallelo. Un uomo, con la moglie, atterra con un aereo in città che diviene teatro della fortunata unione tra la figlia, turista in vacanza e un giovane capitolino; un giovane studente, innamorato della migliore amica della sua fidanzata, seguirà i consigli di un saggio architetto americano; un uomo comune diventa inspiegabilmente una celebrità, bersagliato dai media e dalla popolarità; una serie di scappatelle e tradimenti reciproci, consolideranno il matrimonio di una giovane coppia.
Woody Allen, a Roma con la poltrona
Il regista cerca di riproporre il sapore popolano che contraddistingue la città sul Tevere, attraverso gag dall’ironia americanizzata. Non basterà, però, raccontarla come guardandola ritratta dalle cartoline in vendita ai turisti. Roma è fatta dai romani. Che “spiccicano” parole, la caratterizzano, e la aggraziano di poesia. In questo film, ci sarà l’animazione di un vigile. Per riprendere la storica figura, mai tramontata, del pizzardone di Piazza Venezia. L’abbiamo solo noi questo personaggio di spicco, nel panorama mondiale della sicurezza. Ma l’accento del suo doppiaggio non avrà neanche un’ultima vocale di romanesco.
Woody Allen vorrebbe farne un film felliniano, ma l’impresa è ardua. E non lascerà il segno nella memoria come fu per l’onorato collega. A settantasette anni, abbandonando il consueto sguardo appassionato, Allen decide di confrontarsi con i tanti vizi e le poche virtù degli italiani. Ma, forse, saranno i luoghi comuni a pesare sulla fantasia e la scorrevolezza del film. E Roma non si farà di certo raccontare, in chiave moderna, dalle logiche delle produzioni straniere.
“To Rome with love”, tra santi, poeti e registi
Ci si sente romanticamente autorizzati a sognare, guardando un film ambientato a Roma. Da quando il cinema ha iniziato a girare, questa città è stata, a cielo aperto, sfondo di innumerevoli pellicole. Il sogno di qualunque cineasta, esperto o improvvisato che sia, è quello di filmarla. Perché il motore e il ciak azionati nella capitale, fanno eco nei panorami internazionali di cinema.
La Roma confusionaria, dei panni stesi su per i vicoli, quella degli stornelli, del ponentino e dei grilli a tarda sera. Fino alla Roma degli spaghetti a mezzanotte, dei sampietrini e dei mercati urlanti nei rioni. Con i vecchi osti che ti attendono sulla soglia dei locali. Tutto è panorama per il cinema. Tutto è fantasia per costruire un film. E può far anche commuovere, la restituzione di visibilità di quella parte di città in ombra. Quando, per la prima volta, una camera entra negli antri imperscrutabili, mai violati dall’occhio di un obiettivo.
Woody Allen straniero in città
Nel film, si spera di respirare e percepire tutta questa magia che Roma suscita. Ma, sembrerà di inciampare tra le strade della città eterna. Alla ricerca, proprio di quella folgorazione che ha mosso artisti, poeti, e quanti di Roma ne hanno fatto musa. Pur lontani dalla magia di Midnight in Paris, Allen con il suo film, ha riportato in città la frenesia e il clamore dei tempi del vecchio cinema.
Si creavano capannelli di persone in attesa di scorgere l’ambientazione, gli scenari e gli attori partecipanti. E le numerose comparse reclutate dai nomi altisonanti, come Ornella Muti, Riccardo Scamarcio, Gianmarco Tognazzi. Di certo non avvezzi alla comparsata, ma, a Woody Allen, non si può rifiutare niente.
Buonanotte “with love” ai romantici
Il pensiero vola a Gregory Peck, con nostalgia. Quando in sella alla vespa, le sue spalle forti da condottiero, offrivano un solido appoggio per non cadere, nel rocambolesco itinerario capitolino. E non c’è posto che non venga percorso dalle due ruote più attraenti, per gli amanti del cinema e di Roma. Quel fascino intramontabile e fiero della città, e di Gregory, chi se li scorda.
Lui che da americano, si è fatto mezzo romano. Perfettamente a suo agio al volante. Come farebbe alla guida, un trasteverino scanzonato. Perché è facile esserne travolti e subirne il fascino, quando Roma ti entra dentro. Ti si appiccica addosso. E attore o spettatore, chiunque tu sia, non scordare che a Roma succede l’impossibile.
Federica De Candia Seguici su MMI e Metropolitan cinema