Se avete l’occasione di vagare per giugno per Pisa, vi consiglio di non perdervi quello che è il gioco folcloristico per eccellenza e che prende il nome di gioco del ponte. Il Gioco, in cui si fronteggiano le Magistrature (che rappresentano i quartieri cittadini) riunite nelle Parti di Mezzogiorno e Tramontana (a sud e a nord dell’Arno), consiste, nella versione contemporanea, nella spinta di un carrello lungo un binario appositamente montato sul Ponte di Mezzo,uno dei cinque ponti di Pisa. Il tutto è ripreso dall’antichità di un tempo dimenticato da Noi ma che probabilmente i nostri nonni per osmosi si tramandavano con passione l’un con l’altro le vere origini del gioco. Al tempo della Repubblica di Pisa, esisteva infatti un gioco chiamato Mazzascudo in cui si sfidavano cittadini di Pisa divisi in due Fazioni: una definita della Gazza con i colori rosso-vermiglio , e l’altra del Gallo con i colori oro . Tale evento si disputava nell’attuale Piazza dei Cavalieri, che all’epoca si chiamava Piazza degli Anziani, che consiglio vivamente di visitarla dal momento che fa da palcoscenico alla scuola normale superiore, riconosciuta come la migliore università italiana. Ma ritornando al gioco, tale evento con ogni probabilità serviva da allenamento per i soldati, sempre pronti a combattere per l’orgogliosissima Repubblica Pisana. Tale ipotesi viene rafforzata dal fatto che questo gioco fu vietato dai fiorentini, arcinemici territoriali, nel 1407, all’indomani dell’occupazione, evidentemente per sopprimere un ulteriore ricordo di Pisa libera. Nel corso dei secoli come avviene per tutte le tradizioni folcloristiche, il Gioco è stato più volte ripristinato e interrotto, subendo progressive modifiche alla formula originale. Il gioco del Ponte si svolge una volta all’anno, ed è previsto che le due Parti (Tramontana e Mezzogiorno) abbiano un preciso organigramma interno. La guida spetta al Comando di Parte, che si compone del Comandante Generale, che rappresenta la massima carica e ne dirige l’organizzazione generale (corteo, iniziative nei quartieri, cerimonie), del Luogotenente Generale, che rappresenta la massima autorità militare e dirige l’organizzazione militare della Parte. A sua volta, ogni Parte è suddivisa in sei Magistrature, in rappresentanza dei quartieri cittadini. Per quanto riguarda la Parte di Tramontana abbiamo le magistrature di: San Francesco, San Michele, Santa Maria, Mattaccini, Satiri e Calci. Invece per quanto riguarda la Parte di Mezzogiorno abbiamo: Sant’Antonio, San Martino, San Marco, Leoni, Delfini e Dragoni. Ogni Magistratura, con un lavoro che dura tutto l’anno, organizza la propria Squadra, guidata dal Capitano, ovvero colui che ne cura la preparazione atletica e tecnica nei mesi precedenti la battaglia e la comanda durante i combattimenti. Ogni Magistratura è composta da 20 Combattenti, uno dei quali, solitamente il più esperto, ricopre la carica di Caposchiera. Un combattimento si svolge con le stesse regole di base. Una volta schierati i combattenti ai due lati del “carrello” bloccato in posizione di partenza, ovvero centrale sul ponte, i Capitani li preparano per la partenza. Quando i capitani ritengono che la pressione esercitata sia adeguata, danno comune consenso al giudice di gara, il quale sgancia immediatamente il carrello che è dunque libero di muoversi lungo i binari. A questo punto, sta nella forza relativa delle due Squadre determinare la durata e l’intensità del combattimento stesso, che può durare da pochi secondi a decine di minuti, esaltano nell’ultimo caso, la folla che inizia a spingere metaforicamente con il proprio tifo il carrello contro l’avversario, infondendo fiducia alla propria magistratura. L’obiettivo del gioco è spingere il carrello verso la parte avversaria; il combattimento termina quando cade la bandierina di fine corsa, da un lato o dall’altro. Inoltre ogni Magistratura sviluppa un proprio gergo e segnali convenzionali per gestire, incompresa dall’avversario, il combattimento. Questo è nella semplicità il Gioco del Ponte, senza considerare il corteo che si sposta per i Lungarni e che regala visivamente una epoca ricordata sui libri, ma che grazie alla bravura dei componenti ti immerge nella storia più viva che mai. Ultimo evento del cosiddetto giugno pisano, vi trascinerò (prossimamente) come marinai col canto delle sirene, lungo gli altri eventi che caratterizzano questa piccola città toscana famosa, per i più, per la Torre pendente ma che dietro cela una anima medievale e patriottica mai sotterrata dal peso dei secoli.
Giacomo Tridenti