Jennifer Lawrence si fa spazio con forza nel nostro immaginario a partire dall’inconfondibile e ormai indimenticabile Katniss Everdeen di Hunger Games. La sua carriera tuttavia inizia già nel 2008, ad appena diciotto anni, con The Poker House di Lori Petty e The Burning Plain – Il confine della solitudine (Guillermo Arriaga). È da oltre un decennio sui grandi schermi ma ancora persiste la querelle fra il suo talento e il suo aspetto.
Il pubblico si divide tra fan sfegatati e detrattori, convinti che Jennifer Lawrence non sia nulla più di un viso di bambola. Qualunque sia la vostra convinzione, la sua carriera nel tempo si è evidentemente evoluta. Vediamola in cinque ruoli chiave.
“Un gelido inverno”, prima nomination agli Oscar di Jennifer Lawrence
Nei primi due ruoli consecutivi Jennifer Lawrence già dà prova di alcune caratteristiche del suo stile recitativo. Ancora amatoriale e spontanea in The Poker House, ha già quella scintilla che la rende buffa e familiare in alcuni personaggi. Altri, più cupi e taciturni, traspaiono già da The Burning Plain. Il ruolo che cattura l’attenzione della critica e di Hollywood, tuttavia, è quello di Ree in Un gelido inverno (Debra Granik, 2010).
Oltre ai grandi riconoscimenti ricevuti dal film, Jennifer Laurence ha ottenuto la prima nomination agli Oscar come attrice protagonista, a vent’anni. La storia ruota interamente attorno alla forza d’animo e alla resistenza di una ragazza che lotta per salvare quel che resta della propria famiglia e della propria vita. È un ruolo pienamente drammatico, che Lawrence affronta con una maturità nuova rispetto ai ruoli precedenti. Riesce a dare alla sua Ree un’identità e uno sguardo che forse non si ritrovano più nemmeno nei film successivi.
Il salto a Hollywood: Mystica
Come accennato, Un gelido inverno richiama l’attenzione di Hollywood su Jennifer Lawrence che subito dopo viene scritturata dalla 20th Century Fox per la saga degli X-Men. Lawrence prende le sembianze di Mystica per la prima volta nel 2011 in X-Men – L’inizio di Max Vaughn. Al suo secondo film della saga è già un star internazionale. In tutto sono altri tre i titoli in cui compare nel ruolo della misteriosa mutante: X-Men – Giorni di un futuro passato (Bryan Singer, 2014), X-Men – Apocalisse (Bryan Singer, 2016) e X-Men – Dark Phoenix (Simon Kinberg, 2019).
Come molti altri celebri attori, Lawrence si confronta con i pro e i contro di un cinematic universe estremamente commerciale. Un cinema molto diverso dal circuito indipendente da cui era partita e inevitabilmente tacciato di inconsistenza, o peggio irrilevanza. La visibilità che le dà questa saga cult, tuttavia è innegabile, anche se non è quella per cui verrà ricordata.
Katniss Everdeen, dai best seller ai film cult
È lei e solo lei, Katniss Everdeen il ruolo che consacra Jennifer Lawrence al grande pubblico. Chiunque riconoscerebbe la mitica treccia e l’arco della Ghiandaia Imitatrice, diventata un’icona negli ultimi anni. Suzanne Collins non avrebbe potuto sperare in un casting migliore per la sua eroina letteraria. Nonostante la rigidità di Jennifer Lawrence nel primo capitolo, spesso imposta dal personaggio, la saga cinematografica di Hunger Games sopravvive ancora bene al tempo che scorre.
La fierezza e la forza che Lawrence riesce a mettere nel solo sguardo di Katniss valgono almeno un rewatch all’anno. Pochi film, film tra l’altro riescono ad avvicinare i giovanissimi alle distopie e alle questioni basilari della politica e della democrazia come questa saga.
“Il lato positivo”, una Jennifer da Oscar
C’è chi dice che l’Oscar avrebbe dovuto vincerlo per Un gelido inverno, non per Il lato positivo (2012). La performance che Jennifer Lawrence regala nel film di David O. Russell è però incredibile, fuori da ogni questione. L’attrice fa i conti con la follia del suo personaggio e con il fragile equilibrio di chi è messo a dura prova dalla vita. Riesce a tirar fuori un personaggio credibile, anche se volutamente fuori dagli schemi.
La sua Tiffany è una donna che con non poche difficoltà raccoglie i minuscoli pezzi di sé, esplosi e fuori posto, dopo un grande trauma. Un personaggio sulla carta estraniante, ma reso irresistibilmente empatico dalla sua interpretazione.
“Madre!” e il cinema d’autore
Il controverso Madre! di Darren Aronofsky segna poi un altro traguardo nella carriera di Jennifer Lawrence, riportandola verso un certo cinema di nicchia, lontano dal clamore delle grandi saghe. In questo film complesso e allegorico, a Jennifer Lawrence è richiesto di sfruttare il suo aspetto angelico, associato culturalmente alla purezza, per enfatizzare i momenti invece più terrificanti della storia.
È l’ultimo grande film dell’attrice, se si escludono l’ultimo capitolo degli X-Men e Red Sparrow (2018), perciò ancora non è chiaro in che direzione andrà la sua carriera futura. Sicuramente, però, ha aperto delle porte fuori dal circuito mainstream che la Lawrence potrebbe sfruttare in una nuova fase della sua carriera.
Articolo di Valeria Verbaro