Coronavirus, l’età media dei nuovi contagi è scesa intorno ai 30 anni

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Scatta l’allarme giovani in Italia. I nuovi contagi da coronavirus registrati nelle ultime ore e drasticamente in aumento rispetto alle ultime settimane rivelano che i pazienti hanno un’età media attorno ai 30 anni. Si tratta – nella maggior parte dei casi – di ragazzi e giovani che visitano Paesi stranieri e una volta rientrati in Italia scoprono di essere positivi e spesso asintomatici. Quasi il 30% dei nuovi contagi, inoltre, sono individui di nazionalità straniera.

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Coronavirus, l’età media dei nuovi contagiati

Nei mesi di marzo e aprile – nel pieno del lockdown e della pandemia – erano gli anziani e gli adulti ad essere maggiormente colpiti dall’infezione. Ad oggi, però, la situazione si è rovesciata. I nuovi contagi da coronavirus delle ultime settimane hanno rivelato che l’età media delle persone positive è scesa sotto i 30 anni.

A segnalarlo è stato l’ultimo report dell’Istituto Superiore di Sanità e del ministero della Salute sul monitoraggio della pandemia. Mentre, dunque, alcuni Paesi sembrano registrare l’inizio di una seconda ondata, in Italia occorre mettersi ai ripari per salvare la ripartenza delle scuole e la ripresa dell’economia. A tale scopo il ministro Speranza ha firmato un’ordinanza che ha predisposto la chiusura dei locali da ballo e l’obbligo di indossare la mascherina dalle ore 18 alle ore 6 nei luoghi ove non è possibile mantenere almeno 1 metro di distanza.

La geografia dei nuovi contagi

Dal monitoraggio dell’Iss, inoltre, emerge come il 30% dei nuovi casi di coronavirus sia importato dall’estero. “In Italia, come in Europa e globalmente, si è verificata una transizione epidemiologica dell’epidemia da Sars-CoV-2 – si legge nel documento – con un forte abbassamento dell’età mediana della popolazione che contrae l’infezione”.

L’Istituto ha poi rilevato che il contagio si diffonde “con maggiore frequenza nelle fasce di età più giovani, in un contesto di avanzata riapertura delle attività commerciali e di aumentata mobilità”. Inoltre, ad oggi si denota un’emergenza di casi e focolai “associati ad attività ricreative sia sul territorio nazionale che all’estero” ma c’è anche per fortuna “una minore gravità clinica dei casi diagnosticati che, nella maggior parte dei casi, sono asintomatici“.

Che cosa succede adesso?

Ciò che continuano a ribadire gli esperti è di tenere alto il livello di guarda onde evitare il verificarsi di una situazione simile a quella dello scorso marzo. Anche allora, come oggi, eravamo indecisi sull’utilizzo delle mascherine. Ora, però, abbiamo la consapevolezza che solo il senso civico e il rispetto delle regole possono combattere il Covid-19. Occorre quindi continuare a rispettare le distanze di sicurezza, igienizzare frequentemente le mani e tenere i dispositivi di protezione individuale a copertura di bocca e naso ove non sia possibile mantenere la distanza di almeno un metro dalle altre persone.