Un afroamericano, identificato dalla sua famiglia e dagli attivisti di Black Lives Matter come Dijon Kizzee, 29 anni, è stato colpito e ucciso da due agenti nel quartiere di Westmont, a sud di Los Angeles. Secondo quanto riferisce la polizia, la sparatoria è avvenuta ieri alla fine di un inseguimento e dopo che la vittima avrebbe colpito uno degli agenti con un pugno.
Dijon Kizzee, l’afroamericano ucciso a Los Angeles
Alcune ore dopo la sparatoria, una folla si è radunata inneggiando gli slogan ormai divenuti tipici delle proteste contro l’ingiustizia razzziale: «No justice, no peace», «Black Lives Matter». Dopo la mezzanotte, un centinaio di manifestanti si è radunato dinanzi la stazione dello sceriffo della contea di Los Angeles, sulla Imperial Highway, dove è proseguita la manifestazione.
I due agenti della stazione di South Los Angeles stavano pattugliando in auto lungo Budlong Avenue quando hanno visto un uomo che andava in bicicletta senza rispettare il codice stradale dei veicoli. Non ha saputo dire quali infrazioni avesse commesso.
Quando gli agenti lo hanno raggiunto l’uomo avrebbe opposto resistenza e avrebbe sferrato un pugno contro uno dei poliziotti. Poi avrebbe lasciato cadere alcuni indumenti a terra. A quel punto gli agenti hanno aperto il fuoco. «Gli agenti hanno notato che all’interno dei capi di abbigliamento lasciati cadere c’era una pistola semiautomatica nera – e’ stato spiegato – A quel punto si è verificata la sparatoria». L’uomo è stato colpito più volte ed è morto sul colpo.
Il testimone Gerardo De La Torre, 18 anni, si trovava nella sua stanza da letto, stava giocando ai videogiochi, proprio sopra la strada, West 109th, quando ha sentito un decina di spari seguiti dalle urla. È uscito e ha visto un gruppo di persone confrontarsi con i poliziotti. Dopo cinque minuti, ha detto, 12 auto della polizia si sono fermate all’incrocio, con le sirene, a terra un uomo morto. Ha detto che “ci sono ancora due fori di proiettile nella staccionata di legno fuori la casa. Non mi piace quello che sta succedendo qui, è come se fosse aperta la stagione di caccia”.